Sì... non finisce mica il cielo...
Quello che cerco è di non vivere in questa galera
di uomini e sbarre di bit e di segnali afoni,
ammalata da sempre di viste dall'alto e di
sviste di coraggio, incapace di camminare
tra queste macchine di sale di gomorra,
affascinata da tombini e da stelle in caduta,
bianca negli occhi come i ciechi o i vati,
topolino da fogna o cigno da salotto con collane
doppie al collo e pochi anelli al dito, calze nere
e lucido da scarpe nei capelli.
Quello che cerco è la tua malattia ancora da inventare
e gli anni che ho perso e che tu puoi ancora srotolare
come un derviscio il suo tappeto da preghiera.
Tu hai una mecca e un oriente verso cui tendere e vivi
dentro il tuo mondo in bianco e nero, mentre io annaspo
in una miriade di colori sbiaditi dalla troppa acqua salata.
Tu ti specchi per ritrovarti al mondo, mentre io - al più -
mi aggiusto i posticci o le piume del cappello, in un
tramonto da bagno che non riesco a controllare, come
la lampadina a intermittenza che ciangotta la sua fine
- inconsistenza elettrica sopra un lavandino crepato.
frida
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