La pace costa quasi quanto una guerra...
Amore è una parola irta, pericolosa. Non si cerchi di smussare, diluire, omologare questo elemento divino. I contendenti si incontrano e si scontrano nell'accecante proiezione di luce del desiderio e duelleranno fino all'ultimo respiro della relazione alla ricerca di una pace impossibile. I versi di Anna Segre ci dicono qualcosa che dovremmo sapere bene: che due esseri non si amano mai da uguali, ma da diversi, e a volte la diversità è opposizione e le parole non servono per comunicare o dialogare, ma solo per ferirsi. A volte - insomma - l'amore somiglia a una guerra balcanica che prima cova sordamente, poi esplode e infuria per anni senza soluzione di continuità, salvo splendide tregue di passione. Ma " non ci sfugga la promessa", la "rivelazione ultima " insediata nei versi : " il male tira i fili / mentre il bene / si ostina a tessere ".
PERDERE
A un certo punto è stato chiaro
che non avevo più fondi
per foraggiare la mia vita affettiva,
che è come dire i fondi
per fare una guerra.
Ed è stato così che,
bandiera bianca alla mano,
ho perseguito più che un armistizio,
una pace.
La pace costa
quasi quanto una guerra.
L' ultimo grammo d'oro richiesto
alla resa
era l'accordo sulla verità.
Meglio la pace della verità.
Non è sempre così che succede
quando una guerra è persa?
***
PENSARTI
Tante cose ho amato di te
ed erano tutte facili.
Non è complicato godere della bontà
o bearsi dei tuoi sguardi,
e la tua voglia
che meraviglia.
Ora io amo la tua distanza
come si può amare un coltello
che entra fino al manico.
Amo il tuo silenzio
che mi riempie di universo
di assoluto
di buio.
Amo il dolore
perché me lo dai puro,
come puro era il piacere
forse.
O forse amo questo vuoto
perché mi rarefà
la coscienza.
Rinuncio alle finte conversazioni,
a quel bisogno di parlarti
che non è più comunicazione,
all'incontro diventato scontro,
mentre ti guardo
ricordando ogni particolare
della mia remota Australia.
Nascondo il pensarti
in
bella vista.
***
MATERNITA'
Grazie a dio,
che forse esiste,
niente figli.
Grazie a un caso
o a una scelta istintiva
o a una remora
che ha trascinato la questione
fin oltre il limite,
non sarò io
ad abbandonare.
Non sarò
la tua risposta sbagliata,
la tua delusione più cocente,
il demone che ti porti dentro.
Non sarò io
il primo tradimento,
il coltello ficcato in gola,
il fantasma che ti segue
in sogno,
l'ombra lunga delle giornate
fredde.
Non sarò io
la viscerale incomprensione,
il ricatto fino all'ultimo respiro,
il picchetto sbandierato d'amore
oltre il quale la disubbidienza
entra nell'illegale biblico.
Lontano più di un metro,
la lama della mia lingua non ti taglia,
ti sfiora.
A una distanza antalgica
i miei tentacoli di bisogno
non arrivano ad avvilupparti,
a soffocarti.
La gioia
di non sapere
che significa
quel potere senza controllo;
di non aver dovuto capire
la fatalità dei miei difetti
addosso a qualcun altro.
Il sollievo di non sentire mai
lo strappo della mia pancia,
l'altro da me, che è stato me
e che mi accusa.
La certezza che nessun processo
né nessuna gogna
saranno mai come un figlio
che ti imputa le tue vere colpe.
Un angelo ha steso la sua ala
sulla mia testa,
e mi ha risparmiato
dalla conoscenza carnale
della maternità,
dalle quinte di dolore
che questo teatro
vuol farmi credere di amore.
Anna Segre da La distruzione dell'amore
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