giovedì 6 gennaio 2022

UN RITORNO D'AUTORE...

 


     E tu eri sulla sponda ad attendere...





" Accogliere il mistero, disposizione - questa - dinanzi alla quale gran parte degli umani si mostra riluttante, al punto da negarlo completamente a sé e agli altri, facendo di sé e dei propri simili dei " separati " in un eterno autoescludersi, si risolve alla fine in un perderlo solo per sé e tuttavia trasmetterlo come una lettera sigillata, senza saperlo.
La poesia di Luca Benassi parte invece dalla scelta - libera e responsabile - di accogliere il mistero, e già partendo da questo la rende poesia autentica. Accogliere il mistero non equivale a lasciarlo - supinamente - su una roccia inaccessibile e, di conseguenza ininfluente sulle minuzie quotidiane che ingombrano- soffocandolo - ogni respiro e che precludono non solo ogni aspirazione alla trascendenza, ma già soltanto l'esercizio dell'intelletto, del guardare dentro, del guardare a fondo. Accogliere il mistero significa, per il poeta, avvicinarvisi, costeggiarlo, corteggiarlo, non indietreggiare dinanzi allo sforzo costante di comprenderlo." . ( A.M. Curci )








Ti vorrei capovolta nel tempo
come fossi tu a dover crescere
osservando la vita
da una sottile membrana di carne.
E invece con pazienza
distilli il senso della creazione
ti fai grande volta celeste, mare
e vento che già sussurra il nome
della nostra discendenza.


                                                   ***

Bisogna aspettarli al varco il salmoni
spauriti, mentre accalcano l'acqua
bisogna tendere la rete dove
la superficie si increspa di pinne
le branchie annaspano quel desiderio
che riproduce il transito di nuove
generazioni. Allora è il momento
di calare la rete, di tendere
alla gola il laccio, l'arpione aguzzo.
All'uscita della metro noi siamo
salmoni ignari verso la mattanza.


                                                      ***

Seguendo i tetti e le strade brulicanti
i vestiboli con i kebab, gli androni verdi, scritti
in lingue remote, si comprende
il verdetto, la sentenza in versetti lineari.
Aspettiamo nella rete che si tende
la mattanza rossa, il sangue che lavi
i marciapiedi, le muffe piene di mosche
il futuro sterile dei figli. E a te che calchi
questa crosta e il foglio e pascoli tranquillo
i delta, i fiumi delle case, le mogli attente e infedeli
i lavori battuti al minuto, il sesso del monitor
che riduce il membro a un nervo scoperto come un filo,
a te che imbocchi come un pesce la metro
e incappi la rete del mistero
a te che rantoli quando la lama esce e il sangue
gorgoglia nel polmone sfondato
quando la tregua e gli accordi vengono violati,
a te , poeta, si concede l'onore della polvere.


                                                   ***

Hai ceduto alla lusinga dei fonemi, ai sestanti
coraggiosi disegnati nella polvere, ai libri
senza ordine sugli scaffali inaccessibili.
Hi disegnato la geografia e firmato accordi
per regolare il tempo del perdono.
Ma la sfida di questo tempo
è una barca sullo Stige e la moneta
che paghi il silenzio di Caronte
è senza faccia e iscrizione.


                                                   ***

Non c'è rete al dubbio se non quella
tesa al pesce, a rinnovare il mestiere del lago.
Ritorni a pescare, come prima
come se nulla fosse accaduto sul lago di Galilea.
Certo, non nego la seduzione del tramonto
né le barche abbandonate all'eccomi,
al ricordo dei giorni forti, promessi al pane e al vino.
Non nego la delusione che monta alla testa
il corpo d'un uomo che muore sul legno
che non dà gloria o regno, o significato alcuno
( così mi pareva ) alla sua Parola.
E non nascondo la paura del martirio, del compiersi
del verbo su questa spiaggia: le barche erano lì
lasciate da allora e le reti pronte.
Forse ebbi paura, o fui deluso, forse
ebbi solo fame o fu la vista incerta
dei compagni all'orlo della fede.
Di certo, mio Signore, dubitai
alla vista dell'acqua schiumante di miele
del tramonto, dubitai come la vertigine del tuffo
verso il nuovo arrivo. E tu eri sulla sponda ad attendere
con il fuoco acceso, di brace, il pesce già cotto
e il pane pronto
per essere spezzato.





                 Luca Benassi da      L'onore della polvere




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