domenica 7 maggio 2017

DI ABBANDONO SI MUORE 2



(...) Questo gioco/ esorcismo del Crepa racconta, senza
       mediazioni e senza pudori, proprio come una frase scritta sul
       muro, tutta la rabbia impotente che si prova ad essere
       abbandonati dal proprio oggetto d'amore. Evidentemente è
       una rabbia che conoscono bene anche i giovanissimi. Come i
       ventenni, i quarantenni, gli ottantenni. Di gente che dà i
       numeri per amore ce n'è sempre meno. Però si impazzisce se si
       viene lasciati. A qualunque età. Non importa se il partner non
       ci amasse in maniera travolgente, che noi a nostra volta
       provassimo per lui ( o lei ) soltanto una specie di abitudinaria
       affezione. Tutta la passione che non abbiamo messo nel vivere
       il rapporto, sembra esplodere quando la storia si interrompe.
       E ci si ritorce contro, facendo sì che ci trasformiamo nel
       nostro più crudele carnefice.
       E' sorprendente ma assolutamente vero: lo stesso tipo di
       angoscia, di frustrazione, la stessa sensazione di essere entrati
       in un tunnel da cui sarà impossibile uscire, azzanna tutti, senza
       riguardo per l'età, la bellezza, l'oggettivo " valore di mercato"
       dell'abbandonato.
       Ma del trauma dell'abbandono cerchiamo tutti di non parlare.
       Perché - credo - non siamo disposti a riconoscergli alcun
       valore, alcuna nobiltà. Così, di fronte a chi - lasciato dal
       partner- fa gesti estremi o si immalinconisce al punto da
       ridursi ad un fantasma lamentoso, si preferisce trovare facili
       spiegazioni ( che naturalmente non spiegano niente ):
       depressione, follia momentanea, gravi insicurezze psicologiche
       generate da una situazione familiare sballata. A seconda poi
       dell'età, appiccichiamo al malessere un'etichetta diversa.
       Ma attenzione: purchè resti nel campo delle patologie
       psichiatriche. Oggi ci siamo entrati in confidenza. Parliamo
       di paranoia e di depressione come se non ne avessimo più
       paura,come se non fossero più mostri terribili e sconosciuti,
       ma piuttosto tendenze comunissime, che in molte situazioni
       possono venire alla luce, e dunque, corri a curarti, non
       aspettare che le cose peggiorino, fatti prescrivere delle pillole,
       entra in analisi, ricorri ad ogni tipo di terapia medica appena
       avverti i sintomi dell' " insanità ".
       Pensi ossessivamente a lui che ti ha lasciata? Vedi la  sua
       faccia ovunque?.  Pillole, subito. Te lo consigliano gli amici e
       i parenti, compatti nella crociata antidolore.
       E non sanno, non capiscono, che negare dignità a questo tipo
       di male, trattarlo alla stregua di un'infezione da sopprimere
       con antibiotici, è quanto di meno terapeutico si possa
       immaginare.   (...)


           Susanna  Schimperna    da    Abbandonati e contenti


Nessun commento:

Posta un commento