sabato 6 maggio 2017
IL TEMPO E LA VITA
(...) Alle domande sul tempo, su che cosa sia il tempo, su come
scorra nella vita di ciascuno di noi, ha dato risposte radicali
Seneca, il grande filosofo romano, che in un suo testo ( De
brevitate vitae ) di grande tensione morale, ha insistito sulla
inalienabile nostalgia di vita interiore, che è radicata nella
condizione umana e sull'importanza che ha il tempo, l'
esperienza del tempo - nel dare un senso o nel negarlo - alla
vita. In questo testo il senso della fuga del tempo e della
precarietà delle cose dilaga con risonanze elegiache dolorose
e con brividi febbrili. La metafora del fiume simboleggia il
tempo che , nella sua ininterrotta, fluida circolarità dal passato
al presente, e dal presente al futuro, è la dote più preziosa dell'
uomo, ma è anche quella che viene dall' uomo scialacquata
nelle troppo distrazioni e nelle troppo banali occupazioni della
vita quotidiana. Non è la durata della vita che conta, ma l'uso
che se ne fa: e così non importa quanto a lungo si viva, ma
quanto bene si viva; non sono gli anni e neppure i giorni a
farci vivere a lungo, ma l'animo. La vita è breve se, come le
persone dalle troppo occupazioni, la sperperiamo in cose
banali e inutili, ed è invece abbastanza lunga se utilizziamo la
vita nel fare cose buone e giuste.
Così, già nella prima delle venti lettere che compongono il
libro, Seneca sostiene che il diverso uso del tempo si
costituisce come linea di radicale separazione fra chi sa e chi
non sa vivere. Da una parte ci sono quelli che riempiono il
proprio tempo di cose banali, senza dare alcuno spazio alla
vita interiore, e ci sono i perditempo, gli uni e gli altri
destinati a naufragare nella umana alienazione e nel dramma
delle vite non vissute; e dall'altra, ci sono quelli che sanno
sottrarsi alle troppo occupazioni e che, nella loro nobile
solitudine, dedicano la loro vita alla saggezza e alla alta
serenità delle cose. Le esortazioni alla saggezza, alla
riflessione, alla meditazione, al rifiuto della dispersione e della
distrazione in cose insignificanti e futili, a ricercare e trovare
almeno un'ora di quiete nel corso delle nostre giornate, e in
fondo a rivivere il tempo come occasione di crescita morale, è
il senso ultimo del discorso di Seneca che nulla ha perduto della
sua prodigiosa modernità in un momento storico come questo,
divorato dalla crisi e, contemporaneamente ansioso di
ritrovare relazioni umane significative e creatrici.
Ma egli ancora ci dice, con una sfolgorante intuizione, che
non solo agli uomini ma anche alle cose si devono togliere le
maschere che non ci consentono di conoscere l'autentica
natura, e che ci vuole una vita intera per imparare a vivere, e
una vita intera per imparare a morire.
Dovremmo rileggere questo libro - attuale e inattuale - senza
dimenticare che - come Seneca non si stanca di ripetere - la
maggior parte degli uomini si raccorcia la vita per la sua follia:
quella di dissipare il tempo nella molteplicità di vane
occupazioni, e nella insensata agitazione nella vita sociale
senza produrre nulla di nuovo. La crisi, nella quale si è tutti
immersi in modi dolorosamente diversi, ci consentirà di meglio
riconoscere e analizzare una vita sigillata dal recupero del
tempo: del tempo interiore : del tempo vissuto?
Non è facile - ovviamente, ma è necessario - guardare a queste
mete come a orizzonti nutriti di attese e di speranze, che non
muoiono mai nella coscienza e che, dal passato e dal presente ,
si muovano senza fine verso il futuro: verso l'avvenire.
Le riflessioni di Seneca sono di una sconvolgente attualità: ci
inducono a guardare nella nostra interiorità e anche in quella
degli altri, assumendo una significazione non solo individuale
ma sociale e orientandoci a non finire mai di cogliere l'essenza
degli avvenimenti in cui siamo immersi. (...)
Eugenio Borgna da Il Tempo e la Vita
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Sì, notavo proprio la sconvolgente attualità del pensiero di Seneca!
RispondiEliminaGrazie, Frida, di avercelo ricordato attraverso questi testi così illuminanti.
Buona domenica!!!
I concetti espressi da Seneca ( e da molti altri ancora prima di lui ) ci dimostrano che il Pensiero era già molto articolato fin dalle epoche più antiche.
RispondiEliminaIn fondo, nel campo della speculazione - per come la si voglia vedere - non rimane molto da dire che non sia già stato sviscerato o , quantomeno, intuito.
Grazie della visita.