Fa' che non sia vera l'oscena materia del buio...
SVEGLIAMI, TI PREGO...
Svegliami, ti prego, succede ancora
d'implorare in un sogno a questa tenera
età, aiutami, fa' che non sia vera
l'oscena materia del buio. Sfiora
allora davvero una mano il mio
corpo assiderato e di colpo so
d'averti chiamata e che non saprò
più niente.
***
L'ANIMA E LA SUA VOCE
Qua re tristis - perché
sempre - nella veglia e nel sonno,
nell'omissione e nell'adempimento,
l' anima ci fa così male?
Noi che la custodiamo
senza amarla, senza conoscerla,
nella gabbietta delle nostre ossa
come il vetro d'una lanterna
custodisce la fiamma;
sappiamo soltanto che è lei,
lei che non ha né tendini né sangue,
la compagnia più sanguinosa.
Tu, come lei invisibile,
proteggici dal suo silenzio,
fa' che sentiamo in tempo la sua voce.
Giovanni Raboni da Quare tristis
Dopo le due precedenti più dure e difficili - almeno per me - queste poesie di Raboni suonano più dolci e bellissime pur nell'espressione di una sofferenza. E mi pare si accordino anche alla dolcezza della Berceuse di Chopin che, col suo ritmo di barcarola, sembra una ninna nanna a cullare un dolore.
RispondiEliminaQuanta delicata fragilità in quella "gabbietta delle nostre ossa", insieme alla domanda del Salmo 42 ("Quare tristis...") e alla struggente invocazione finale "Tu, come lei invisibile / proteggici dal suo silenzio" !!! Invocazione nella quale riconoscerci tutti, e qui i punti esclamativi li aggiungo io.
Grazie di cuore, Frida!!!
In questo tuo dettagliato e sentito commento avverto tutta la tensione del pensiero volto alla conoscenza e la sensibilità del cuore pronto all'accoglienza.
RispondiEliminaUn grazie da me e a nome di chi leggerà.
Grazie a te!!!
RispondiEliminaVorrei ritornare sui due versi finali, per porre l'attenzione sul fatto che pochi post fa avevamo discusso intorno al valore positivo del silenzio.
RispondiEliminaCome abbiamo modo di vedere , in questa poesia il concetto è stravolto a tal punto da quell'idea, che c'è persino un'invocazione per proteggerci dagli effetti negativi che il silenzio dell'anima può avere sulle persone.
Allora - e come dicevo - c'è silenzio e silenzio: dipende dal significato profondo ( e talora recondito ) che esso ha, da chi lo pratica, dal contesto e dal tipo di relazione.
Come dire: non è bene generalizzare; ogni fatto è a sé .
Esattamente, Frida: c'è silenzio e silenzio. C'è un raccoglimento che è una luce accesa nel cuore che non ha bisogno di parole e ci mette in sintonia profonda con noi stessi; e c'è un silenzio che è vuoto, indifferenza, insensibilità, incapacità di provare qualunque sentimento. E' da quest'ultimo che Raboni invoca protezione, da questo essere disanimati che chiede salvezza. Almeno così a me pare.
RispondiEliminaGrazie ancora!
Sì, il silenzio dell'anima che non ci parla più. Anche se le sue parole possono essere a volte dolorose " lei, che non ha né tendini né sangue, è la compagnia più sanguinosa". Ma senza la sua voce si spegne anche
RispondiEliminail respiro della Vita.
Già,il buio... ho "assaggiato" la sua "terribilita'" ai tropici (12 ore di notte sono troppe per me). Capisco anche lo strazio delle infinite notti nelle terre vicine al circolo polare, o agli infiniti buchi neri del nostro universo.
RispondiEliminaIl buio fa paura ( ma è quasi banale dirlo ) perché è un'anticipazione di quell'altro buio più terribile che tutti ci ingoierà senza rimedio.
RispondiEliminaEcco perché ( nel corso di secoli e millenni )sono stati inventati tanti
rimedi per riportarci le luce ( o le sue sembianze ).Persino l'uomo nero
che fa tanta paura nelle fiabe dei bambini, si tinge di nero, non di giallo né di rosso. E tanto altro si potrebbe aggiungere sul tema...