La felicità è un'obbedienza, è appartenenza...
C'è un silenzio che ha tutte le ragioni
e pochi che gli avranno dato ascolto.
Il canto dei pianeti, la lontana risacca.
C' è un sempre che non teme mutamenti.
Qui felicità ha fatto il nido.
***
Alla famiglia umana apparteniamo,
abbiamo milioni di anni.
Ma più di tutto apparteniamo a una radice
che affonda nella terra del principio.
E più ancora apparteniamo alla sorgente
che rese fertile la terra e la radice.
Tutta la creazione risponde alla premura
di una vasta e antica paternità.
La felicità è un'obbedienza, è appartenenza.
***
Talvolta di notte mi svegliavo senza futuro.
Allora mi alzavo, ma non sapevo dove andare.
Era buio ogni cuore e la stanza del cielo coperta di brace.
Avevo allora terrore d'essere nato
ma tu mi facesti abitare nel ventre di tutte le cose.
Dove vidi balene ammalarsi d'amore e ringiovanire
vidi i tuoi anni bambina diventare di ghiaccio;
poi invisibili, infranti e infine composti.
Fosse stato coraggio li avrei abbracciati.
Poi venne il tempo di una semina nuova :
di nuovo la vita splendeva e il divino era ogni cosa.
Spezzavi un legno e lo trovavi, spostavi la pietra era lì.
Di nulla più si aveva timore, la bestia feroce si faceva mansueta.
Di quel tempo ho speranza e memoria.
***
Come quella volta che nevicava
e imparai la misura della vita.
Mia madre piangeva, ero bambino.
Si accorse di me, cercò un sorriso.
Seppi allora, da quella smorfia,
che nessuno è escluso dal dolore.
Ci fu poi la volta in cui mio padre
la voleva per sé la morte.
E chi l'aveva mai creduto
che fosse mortale mio padre.
Ho scoperto così fino a che punto
i grandi diventano grandi.
Mia nonna esalò un respiro lieve.
Non si muore inspirando, sapete?
E' questa la misura dell'amore.
L'ho vista in sogno una notte mia nonna:
mi ha preso il volto fra le mani.
Tranquillo - mi ha detto - tranquillo,
sto bene. E tu come stai, amato mio?
Nonna, un giorno ho scoperto la misura.
Nevicava.
***
Ditelo ai vostri figli che sono inarrestabili
ditelo loro, che non moriranno
come abbiamo creduto di sapere,
ma alla maniera dei poeti
perché solo la morte che ha scritto Rumi esiste
e Whitman e Dante,
non l'altra, quella dei ciechi guide d'altri ciechi.
Voi ditelo ai vostri figli finché siete in tempo,
ma potranno accordarsi al vostro respiro.
Che non dovranno più amarvi a patto che,
ma amarvi a perdifiato
perché ogni inspirazione sarà un internarvi
e ogni espirazione un ridonarvi.
Ditelo loro che lontano dagli occhi
non è lontano dal cuore.
Ditelo loro, che pur non visto,
Dio è amore.
Massimiliano Bardotti da La terra e la radice
Nessun commento:
Posta un commento