(...) C'erano un paio di altre cose sulle quali Gesù e io non eravamo d'accordo, ma nondimeno ero sempre incantato dalla sua persona e dai suoi Vangeli. Tuttavia, appena arrivai all'episodio di Giuda il traditore, dei trenta pezzi d'argento, del bacio più famoso della storia - ancora più famoso del bacio di Romeo e Giulietta, esplosi. Quella storia mi ripugnò non soltanto come ebreo, non per motivi sciovinisti e religiosi, ma semplicemente perché il lettore e il piccolo detective dentro di me si ribellavano alla totale assurdità e bruttura di questa scena. Trovavo tutta la storia assurdamente illogica e insensata.
Non c'era Google a quei tempi, ma scoprii in un dizionario che gli infami trenta pezzi d'argento erano pressappoco l'equivalente di seicento euro del nostro tempo. Secondo fonti cristiane, Giuda non era uno squattrinato pescatore della Galilea, come gli altri apostoli, era un agiato proprietario terriero della Giudea. Perché diavolo un uomo simile avrebbe dovuto vendere il suo maestro, il suo rabbino e il suo Dio per seicento euro ? E se era così malvagio e così accecato dall'ingordigia da vendere il suo maestro e il suo Dio per seicento euro, perché avrebbe dovuto andare a impiccarsi subito dopo? Mi sembrò semplicemente incomprensibile. Ma, soprattutto, non riuscivo a concepire come qualcuno potesse offrire a Giuda anche solo cinquanta centesimi per baciare Gesù dopo l'Ultima Cena, in tal modo identificandolo, tradendolo e consegnandolo agli uomini mandati dai sacerdoti ad arrestarlo. Tutta Gerusalemme conosceva Gesù: non predicava in ogni piazza e a ogni angolo di strada? Un paio di giorni prima aveva dato grande scandalo nel cuore di Gerusalemme rovesciando i tavoli dei cambiavalute alla porte del Tempio, quei cambiavalute la cui attività - secondo lui - sconsacrava quel luogo. ( Un gesto assai violento da parte sua. Evidentemente, doveva aver dimenticato per un momento di essere Gesù Cristo; doveva essere così pieno di rabbia da abbandonare momentaneamente i suoi stessi insegnamenti. A dire la verità, mi è ancora più simpatico per essere stato capace di arrabbiarsi proprio come voi e come me. Tengo a rimarcare anche che l'uomo che rovesciò i tavoli dei cambiavalute non poteva essere propriamente mite e docile: almeno fisicamente c'era qualcosa di esplicitamente muscolare in un uomo capace di passare da un tavolo all'altro, ribaltarli, e probabilmente affrontare e vincere la resistenza di almeno qualcuna delle vittime sbalordite...). (...)
Amos Oz da Gesù e Giuda ( Trad. di V. Mantovani )
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