Le ali per un bacio...
Inverno. Il sole è un dono raro e apprezzato, la notte arriva troppo presto, il cibo ha un sapore più amaro. Sospesi in questo grigiore, guardiamo indietro o avanti, ciò che è stato o che forse ci aspetta : colori più caldi riempiono le nostre estati di coperte stese tra gli aranci, di viaggi in macchina tra campi sconfinati che scorrono via da un finestrino. Ma ciò che il sole bacia, proietta allo stesso tempo - dietro di sé - un'ombra più scura, ed è lì che l'inverno si annida : in una speranza o nel ricordo di una persona che abbiamo perso; in una gioia minuta, più duramente guadagnata e - dunque - cento volte più preziosa.
RICETTE PER L'INVERNO
Ogni anno, quando veniva l'inverno, i vecchi andavano
nei boschi a raccogliere il muschio che cresceva
sul lato nord di certi ginepri.
Era un lavoro lungo, occupava molti giorni, anche se
erano giorni brevi perché la luce andava calando,
e quando le loro sporte erano piene, tornavano
a casa affaticati, perché il muschio era pesante.
Le mogli lo facevano fermentare, un lavoro lungo ed
estenuante,
specie per persone vecchie tanto
che erano nate in un altro secolo.
Ma avevano una pazienza, quegli anziani,
che voi e io stentiamo a immaginare.
e quando il muschio era stato trattato, lo mettevano con
senape selvatica e sapori piccanti
in ciabattine tagliate a metà, inzuppate come pan bagnato,
dopodiché la cosa era fatta : un " panino invernale
rinvigorente",
lo chiamavano, ma nessuno diceva
che era buono; lo mangiavi
quando non c'era altro, come le mazzot nel deserto, che
i nostri genitori chiamavano il pane del dolore - in certi
anni
un vecchio non tornava dai boschi, e allora la moglie
doveva trovare
una nuova vita, come autoinfermiera, o supervisionando
i giovani che facevano i lavori pesanti, o vendendo
i panini nel mercato all'aria aperta mentre cade la neve,
avvolti
in tela cerata - Il libro contiene
solo ricette per l'inverno, quando la vita è dura. In
primavera,
chiunque può preparare una buona colazione.
***
PENSIERI NOTTURNI
Sono nata tanto tempo fa.
Non c'è più nessuno in vita
che mi ricordi da bambina.
Ero una bambina brava?
Cattiva? Tranne che nella mia testa
questo dibattito ormai
tace per sempre.
Cosa costituisce
un bambino cattivo, mi chiedevo. Coliche,
diceva mia madre, cioè
piange molto.
Che male poteva
esserci? Come era duro
vivere, non mi meraviglio
che siano tutti morti. E come
devo essere stata piccola, sospesa
dentro mia madre, che mi tastava
con approvazione.
Che peccato che ho cominciato
a esprimermi a parole, senza rapporti
con quella memoria. L' amore di mia madre!
Fin troppo presto mi sono rivelata
per quel che sono,
robusta ma acida,
come una sveglia.
***
Poco dopo scese la notte. Automaticamente
si accesero le luci.
Sul pavimento la donna si mosse.
Qualcuno le aveva messo sopra una coperta
e lei la spinse via.
E' mattino? disse. Si era tirata su
in qualche modo per poter vedere
la porta. C'era un uccello, disse.
Qualcuno dovrebbe baciarlo.
Forse è già stato baciato, disse il mio vicino.
No, disse lei. Una volta baciato
diventa una persona. Così non può volare;
può solo star seduto, in piedi, coricato.
E può baciare, aggiunse maliziosamente il vicino.
Non più, disse lei. Fu una sola volta
per spezzare l'incantesimo che aveva gelato il suo cuore.
Uno scambio svantaggioso, aggiunse,
le ali per un bacio.
Ci fissava, come una figura in cima a un monte
che guarda giù. anche se eravamo noi che guardavamo giù.
a dire il vero. Evidentemente la mia testa non è quella di
una volta, disse.
La maggior parte dei miei fatti sono spariti, ma certi
principi sottostanti si sono perciò
manifestati con chiarezza sorprendente.
I cinesi avevano ragione a riverire i vecchi.
Guardate noi, disse. Siamo tutti in questa stanza
ancora in attesa di essere trasformati. E' per questo che
cerchiamo l'amore.
Lo cerchiamo tutta la vita,
anche dopo che lo abbiamo trovato.
***
UNA FRASE
Tutto è finito, dissi.
Cosa te lo fa dire, chiese mia sorella.
Perché - dissi - se non è finito, presto finirà,
il che in fondo è lo stesso. E se le cose vanno così,
non c'è ragione di cominciare
nemmeno una sola frase.
Ma non è lo stesso, disse mia sorella, il fatto che finirà presto.
Rimane una domanda.
E' una domanda stupida, dissi.
***
UNA STORIA PER BAMBINI
Stanchi della vita campestre, il re e la regina
ritornano in città, tutte le principessine
rumoreggiano dietro nell'auto, cantando la canzone
dell'essere
" io sono, tu sei, lui, lei, esso è ".
Ma non ci sarà nessuna coniugazione nell'auto, oh no.
Chi può parlare del futuro? Nessuno sa qualcosa del futuro,
nemmeno i pianeti.
Ma le principesse dovranno viverci.
Che giornata triste si è fatta.
Fuori dall'auto, mucche e pascoli scorrono via;
sembrano calmi, ma la calma non è la verità.
La disperazione è la verità. Questo lo sanno
il padre e la madre. Ogni speranza è perduta.
Dobbiamo tornare dove è stata perduta
se vogliamo ritrovarla.
Louise Gluck da Ricette per l'inverno dal collettivo ( Trad. di M. Bacigalupo )
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