mercoledì 8 giugno 2022

ARARAT ( di Louise Gluck ) 2

 

CERCHIO MARRONE


A mia madre piacerebbe sapere

perché, visto che odio

tanto le famiglie,

mi sono decisa

a farmene una. Non

le rispondo.

Quel che odiavo

era essere una bambina,

non poter scegliere

le persone da amare.


Non amo mio figlio

come avevo intenzione di amarlo.

Pensavo che sarei stata

come chi ama le orchidee, e trova

il trillium rosso nato

all'ombra dei pini, e non

lo tocca, non ha bisogno

di possederlo. Invece sono

lo scienziato,

che va vicino al fiore

con una lente di ingrandimento

e non se ne va, anche se

il sole bruciando forma un cerchio

di erba marrone intorno

al fiore. Il che è

più o meno il modo in cui

mi amava mia madre.


Devo imparare

a perdonare mia madre,

ora che non riesco

a risparmiare mio figlio.



                                        ***


Mio figlio mi accusa

della sua infelicità, non

a parole, ma nel modo

con cui guarda a terra, procedendo

lentamente nel vialetto: sa

che lo osservo. Per questo

saluta il gatto,

per far vedere che è capace

di mostrare liberamente il suo affetto.

Mio padre faceva

lo stesso col cane.

Mio figlio e io, siamo i più grandi

esperti viventi in fatto di silenzio.

La neve spazza il cielo,

cambia direzione, prima

si tuffa in verticale, poi vien giù obliqua,



                                         ***


IMMAGINE ALLO SPECCHIO


Oggi mi sono vista nella buia finestra come

l'immagine di mio padre, la cui vita

trascorse così,

pensando alla morte, escludendo

altre faccende sensuali,

tanto che alla fine a quella vita

fu facile rinunciare, poiché

non conteneva nulla: nemmeno

la voce di mia madre poteva farlo

cambiare o voltarsi indietro

perché era convinto

che se non puoi amare un altro essere umano

non hai un posto in questo mondo.



                                             ***


PRIMO RICORDO


Molto tempo fa sono stata ferita. Sono vissuta

per vendicarmi

contro mio padre, non

per quel che era -

per quel che ero io: fin dai primi tempi,

da bambina, pensavo

che il dolore volesse dire

che non ero amata.

Voleva dire che amavo.



                 Louise Gluck   da   Ararat  ( Trad. di Bianca Tarozzi )




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