E t'amo ancora, amore.
RILEGGENDO BLISS E ALTRE STORIE DI KATHERINE MANSFIELD
Una mosca pressata, come una garza, uno scheletro,
ha qui aspettato tra pagina 98
e pagina 99, nel racconto intitolato " Bliss ",
fin dall'estate del '62, il suo appuntamento.
Il suo ultimo giorno dentro una trappola di pagine.
Mosca prosastica, cosa potrà mai per te significare
" Je ne parle pas français ", tu che moristi in Scozia
quando girai le pagine dove ti sei andata a schiacciare?
Ecco un abbonamento settimanale per i bus verdi,
in maggio, il segno fatto su " The Dill Pickle ".
Non feci ritorno a casa quel venerdì. Faccio balenare
in un attimo tutti quegli anni, e t'amo ancora, amore.
Queste sono storie che potevano starmi forse nella testa
quel giorno, mentre m'innamoravo, mentre ero in azione
per una bella vita; e quella mosca, seppellitain maniera prolissa
dentro " Bliss " è la lacrima secca che punteggia la " Benedizione".
***
IL SECONDO PARERE
Andammo a Leeds per un secondo parere.
Dopo che fu chiamato il suo nome,
attesi tra coloro apparentemente sani
e quelli con occhi bendati e occhiali scuri.
Una madre robusta trascinò i piedi malati,
col bastone e una benda sopra l'occhio,
lasciando sul posto - dopo averli istruiti - i suoi bambini.
I minuti passarono come un inverno.
Mi chiamarono dentro. C'è un momento peggiore
di quello in cui il giovane dottore tentò di spiegare?
"E' grande. Sta crescendo". " Cos'è?" " Maligno"
" Perché proprio lì ? Lei è un'artista ! "
Scrollò le spalle e disse : " E chi lo sa ".
Mi avvertì che avrebbe potuto propagarsi. " Propagarsi?".
Il mio corpo si dolse a gemellare quella sofferenza
e toccare il rimedio con le labbra, col sesamo guaritore.
Nessuna immagine, nessun filo a cui appendermi - nulla
da ascoltare o vedere. Nessuna foglia a fremere nel sole.
Solo la mente ora slitta contro gli eventi
e l'antisettica folata del destino.
Ansia professionale -
La sua mano sulla mia spalla
a guidarmi verso la porta, un profumo di sapone,
dita da medico, e quella fede da sposato.
***
FRANCIA
Una dozzina di passeri sgambettavano sul gelo.
Li osservavamo giocare. Noi stavamo in finestra
e, se ci aveste osservati, avreste visto un doppio
fantasma. Le facevo il fiocco alla vestaglia.
Osservava, riconosceva la gente.
Se avessero alzato lo sguardo. avrebbero capito che stava male -
" Ti prego, quando morirò, non tirare le tende" -
Da tutti quel fiori sul davanzale.
" Che peccato" , lei diceva. " Troppo malata, troppo in fretta".
" Mi sarebbe piaciuto fossimo andati un po' via".
Socchiudemmo gli occhi assieme, sognando la France.
I suoi prati, i fiumi, jouissance.
Contavo le estati, aritmetica del nostro amore.
" Qualche altro giorno, amore. Qualche altro giorno."
***
CALEIDOSCOPIO
Salire di nuovo queste scale, con un vassoio in mano,
significa magari ritrovarti coi cuscini e coi tuoi libri,
a inventariare gonne e vestiti
come se ti stessi preparando per una vacanza.
O, lasciando il pianerottolo, io potessi trovare
la mia presenza traguardata dentro al tuo caleidoscopio,
una simmetria di mariti, ciascuno ridisegnato
in forme armoniose di preveggenza, preghiera e speranza.
Salgo queste scale una dozzina di volte al giorno
e aspetto, accanto a quella porta aperta, guardando dentro
il luogo dove poi moristi. Le mie mani diventano un vassoio
che offre me, la mia carne, la mia anima, la mia pelle.
A questo modo il dolore ci fa torto. Sto in piedi, aspetto, e piango
per l'assurdo perdono, e non ne so il perché.
Douglas Dunn da Elegie ( Trad. di M. Fazzini )
Dolcemente tristi o tristemente dolci
RispondiEliminaInsomma: una scoperta, queste elegie di Dunn:
RispondiEliminahanno sorpreso e affascinato anche me...
Grazie per la visita.