" ... la natura umana era originariamente una sola
e noi eravamo interi; il desiderio e la ricerca
dell'intero si chiama amore ".
( Platone )
CONFESSIONE
Dire che sono senza paura-
non sarebbe vero.
Ho paura della malattia, dell'umiliazione.
Come chiunque altro, ho i miei sogni.
Ma ho imparato a nasconderli,
a proteggermi
dal compimento: ogni felicità
attira le collere delle Parche.
Sono sorelle, selvagge -
alla fin fine la loro unica
emozione è l'invidia.
***
AMORE PERDUTO
Mia sorella ha passato un'intera vita sottoterra.
Era nata, morì.
Nel frattempo,
non uno sguardo attento, non una frase.
Faceva quel che fanno i bambini,
piangeva. Ma non voleva essere nutrita.
Eppure mia madre la teneva in braccio, tentando di cambiare
dapprima il destino, poi la storia.
Qualcosa cambiò in effetti: quando mia sorella morì,
il cuore di mia madre diventò
molto freddo, molto rigido,
come un minuscolo pendaglio di ferro.
Poi a me parve che il corpo di mia sorella
fosse un magnete. Sentivo che attirava
il cuore di mia madre nella terra,
così sarebbe cresciuto.
***
NINNANANNA
Mia madre è esperta in una cosa:
manda la gente che ama all'altro mondo.
I bambini, i piccoli - lei
li culla, sussurrando o cantando a bassa voce. Non so dire
cosa facesse per mio padre;
qualunque cosa fosse, sono sicura che era quella giusta.
E' la stessa cosa - in realtà - preparare una persona
per il sonno o per la morte. Le ninnenanne - tutte dicono
" non aver paura",così parafrasando
il battito del cuore della madre.
Così i viventi lentamente si calmano; sono soltanto
i morenti che non possono, che si rifiutano.
I morenti sono come trottole, come giroscopi -
roteano così rapidi che sembrano stiano fermi.
Poi volano via: nelle braccia di mia madre,
mia sorella era una nuvola di atomi, di particelle - ecco la differenza.
Quando un bambino dorme, è ancora intero.
Mia madre ha visto la morte; non parla dell'interezza dell'anima.
Tenne tra le braccia un bambino, un vecchio, mentre il buio cresceva
solidamente intorno a loro, trasformandosi finalmente in terra.
***
MONTE ARARAT
Niente di più triste della tomba di mia sorella
se non quella di mia cugina, accanto alla sua.
A tutt'oggi non riesco a guardare
mia zia e mia madre,
ma per quanto tenti di evitare
la vista della loro sofferenza, sempre più sembra
che essa sia il destino della nostra famiglia :
ogni ramo dona alla terra una bambina.
Nella mia generazione rimandiamo il matrimonio, l'avere figli.
Quando li abbiamo avuti è stato soltanto uno a testa;
per lo più abbiamo avuto figli, non figlie.
Non ne parliamo mai.
Ma è sempre un sollievo seppellire un adulto,
una persona distante, come mio padre.
E' segno che forse il debito è stato finalmente pagato.
In realtà, nessuno lo crede.
Come la terra stessa, qui ogni pietra
è dedicata al dio ebreo
che non esita a strappare
un figlio alla madre.
***
PARLANTE INAFFIDABILE
Non ascoltarmi : mi si è spezzato il cuore.
Non vedo obiettivamente le cose.
Mi conosco: ho imparato ad ascoltare come fossi uno psichiatra.
Quando parlo appassionatamente,
allora meno che mai mi si può credere.
E' triste, lo so: è tutta la vita che mi lodano
per la mia intelligenza, le mie capacità linguistiche, intuitive.
Ma alla fine sono sprecate-
Non mi vedo mai,
in piedi sui gradini di casa, mentre tengo per mano mia sorella.
Ecco perché non so spiegare
i lividi sul braccio, dove finiscono le maniche.
Quanto a me, mi sento invisibile: perciò sono pericolosa.
Gente come me, che sembra generosa,
è menomata, è bugiarda;
sono quelli da rispedire al mittente
per amore della verità.
Louise Gluck da Ararat ( Trad. di Bianca Tarozzi )
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