venerdì 3 giugno 2022

IL PROSSIMO E REMOTO DI ELEONORA

 


                                               Avevi una bocca che sanguinava bellezza...





Come questo albero piccolo

che sta dentro una mano

tu mi sei cresciuto dentro

la gola: quando ingoio saliva

e lacrime tu distendi i rami,

perdi le foglie e io soffoco

col concime asciutto tra i denti,

eppure impercettibile è questa

deglutizione, sogno automatico

che scuote il sonno e alza

il vento d'estate, muove le tende,

irrigidisce il palato secco

di germogli ma non abbevera

le radici dimenticate nel fondo

acido dello stomaco, solo spezza

di netto il tronco nodoso

delle tue gambe di cerva.



                                       ***


Abbiamo imparato a dormire seduti

in mezzo alla gente bloccata nella tana

selvatica, a spingere per cercare l'uscita

eppure la grande corrente di ritorno

ci tira sempre verso il largo, noi dentro

mulinelli feroci risucchiati via dalla secca,

atomi nel vortice dei mondi, movimento

a ruota sopra un'elica di carta che poi

ti invio dall'Italia con tutte le mie docili

parole intatte. Questo è l'abbandono.



                                      ***


ISOLA


Ancora ti guardo ed è l'abisso : i denti si staccano

nel sogno come dadi, il tempo dura il colpo

dell'onda sulla schiena e i rivoli si asciugano,

un estuario che non conduce ma secca.

Ancora in dormiveglia il profilo dell'isola bella,

una striscia compatta di crosta ombrosa

che al tramonto si spegne nel calore

e non brilla più : così si assottigliano tutte

le tue dita posate sul braccio destro, adesso

soltanto umide gocce di vapore, dissolte

in questo agosto torrido di rame.



                                          ***


Li rivedi questi incontri tutti dentro

una notte sola, dilatati dentro un tempo

che non si sfila ma è denso e solido

accovacciato a volte dentro granuli

sordi, a volte disteso - un linoleum

poco pulito. Così sono questi pensieri

che adesso spogliano solo il tuo silenzio

mentre parte un altro treno e tu sei

dentro chi sa quale città dolente

senza sorriso, la testa bassa, piegata

annerita dal fumo. Avevi invece

una fronte giovane, due occhi amuleto

e un graffio inguaribile sottile

come bocca - sanguinava bellezza.

Che cosa sono gli anni.



                                       ***


Il mare qui è un composto semplice, arancio

liquefatto nell'atmosfera, gas che annega

e brucia tutto : questo è l'odore di un'altra

vita, cresciuta al margine di una memoria non mia,

aliena fantasia di un attimo che sposta l'asse

mutando sogni e pianeti, senza distanza.

A volte lo sento in uno svoltare di strada,

appartiene a un passante, al suo stare

in un giorno reale: forse sono tornati

davvero gli dei e tu non senti più il vuoto

nella pancia, ma profumi di miti, stagioni

immortali, eroi che travasano la superficie

nel nero abissale e saltano, di nuovo, per amore.




                  Eleonora  Rimolo    da    Prossimo e remoto




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