Padre, rompi ciò che usurpa...
SCENARIO
IN QUEST' ORA RIPIDA
Nel cortile di una grande fabbrica di mattoni, nei giorni del crollo dell' ultima ciminiera, s' incontrano le vicende di bestie, operai, ribellatori, padroni e guardie al disarmo.
L' ora è ripida : la sirena lo annuncia : c'è un compito a cui ognuno sembra convocato : un ufficio delle tenebre. A turno, mentre Sscartaocchi sta preparando la sua rivolta, le bestie prendono parola. Fanno il processo alla cronaca terrestre : agli uomini, alle rivoluzioni, ai terrori e alle loro scottature. Fanno il processo sapendo che lo perderanno, come è già avvenuto.
Al centro, su un letto di ferro, giace Lisa, colei che continua a dimenticare : è un secolo addormentato nel proprio trapasso, con la placenta ancora piena di miserie.
Da qualche parte - intanto - l' Edera ha incominciato ad arrampicarsi sulla storia.
PARLA SCANTAOCCHIO, UN RIBELLATORE :
Proteggi, Padre, questa furia sterrata.
Trascorri i nostri frantumi.
Ingelosisci l' incendio per quanto ci fai luce.
Cresci, ti prego, tutti i calanchi,
le buche del millennio : perché
nuova ci passi la voce, e scolori
il torto come l' ossame dei morti.
Padre che distruggi dove c'è il superbo:
crolla, defenestra, straccia l' usura.
Rompi ciò che usurpa,
che ci piega fino all' ammanco.
Se tu scalci straripa
il muscolo azzurro del cielo,
e viene giù a sassate.
Padre, accanisci le unghie contro le mani.
Torci i denti contro la lingua.
Organizza la sbarra e il bastone,
lo sparo e la potassa.
Perché è necessario un disordine che non si ama.
Perché mai amammo questo nostro disordine.
Benedetto il disordine che non si ama.
Benedetto sia il disordine. Sempre. E ancora di più.
***
PARLA SEGUR, UN VECCHIO ASINO
Oggi che la pace è grattata fino
al fondo, celebro l' ora dei morti
che fecero la rivoluzione
mancandola.
Io non li capisco, non li capisco,
ma porto anche il loro peso.
Porto il peso di tutte le rivolte
e il duro castigo.
Quale battaglia assolve se stessa ?
L' assalto è senza glosse.
Svuota la cupola del cielo.
Per tutti spranga la quiete
con sale di rabbia.
Non esiste indulgenza plenaria.
" Chi ha torto Ha ragione Ha torto "
La via lattea dei ribellatori splende
per un attimo e poi s' annera.
Allora li senti gridare :
" Come parleremo
dal buio didentro ?
Chi ci ascolterà ? "
Ecco perché conservo le loro parole.
M' attacco all' impervio, al secco,
all' osso che perfora il chiuso del mio
credo.
Fino al prossimo incontro.
Volpe : quando la campana del ghiaccio
scioglierà l' estremo intocco,
e anche l' ultima
delle quindici candele
finirà per spegnersi,
oltre la notte
ci incontreremo,
vedrai :
oltre la lunga notte.
***
LETTERA DI SCANTAOCCHIO A CHI LASCIA PER COMBATTERE :
Amore,
se il tempo non fosse disgraziato,
tutto a calcinacci.
Se bastasse questo nostro innalzarci
sopra la spina, stringerci all' ombra
che non scura, scagionare l' inverno
da ogni suo malanno.
Se davvero bastasse così poco.
Se ci fosse nel nucleo terrestre
una valvola di sfiato
per il disastro accumulato.
E cesoie per troncare
la zizzania. O lunghe tubature
dove sciacquare il sangue.
Come banchetteremmo, allora !
Come grande sarebbe la festa !
Mi attardo in te.
Attendo sullo spigolo del tuo ricordo.
Perché domani, in ogni caso, ti avrò
perduto.
Che dice di noi la resina ?
Che pensa il sambuco nel
suo sorpasso di secoli ?
" Qui sta la bestia umana "
Vorrei avere armi senza insegne.
Snodare la carta del devasto che
ci piomba in basso come frutta
sbattuta, e fa il mondo a sacchi
di lamento. Vorrei darti garofani,
viole e altri fiori insensati
per celebrare un infinito sonno
di pace.
Cercarti poi tra le cose che durano
-solo tra le cose che durano sull'
enorme lavagna d' ardesia.
Sia come sia.
L' acido tumulto non mi placa
e ci puliremo nella polvere da sparo.
Il resto è per coloro che verranno.
Sempre occorre mischiarsi fuori dal quieto,
portare l' incendio nel rancore delle cose.
Perché è vero, lo giuro :
chi dona la sua vita
la salva.
Giorgiomaria Cornelio da L' ufficio delle tenebre
NINNA NANNA PER UN ANGELO
RispondiEliminaDormi, angelo mio,
il Padre spezza l’orgoglio
e strappa le catene oscure.
Dormi, piccolo cuore,
un infinito sonno
di pace.
Molto dolce questa nenia, che fa bene anche ai grandi.
RispondiEliminaGrazie!