Io la vita la prendo com'è...
LA DELIRANTE E SOGNANTE IMMAGINATIVA
XI
Sei corteccia dura per vivere anima
che conosci questo segno d' antica fiamma.
Ti confesso un amore pazzo e dissoluto
( volevo scriverti assoluto e la forza
m'è morta in gola ) quel tibi dare non possum.
Non l' ho donato - cara assurdità -
quando s' alzava un altare di verde tenue
alla tristezza
di non capirsi non trovarsi
non amare.
***
Di me due libri
soltanto due libri ti restano.
Verrò a prenderli
un giorno
e ti dirò che ho girato
il mondo confuso
nel tuo ricordo
e ho amato
tutto ciò che incontravo
per disperdermi :
e dirò
che mi hai rubato
Montale e il senno
in un giorno di sole.
***
Ci sono nella vita
lampi e coincidenze
e tutto si chiarisce
si dipana a ferro di cavallo
e l' impresa - sappilo -
non vale il gemito
che pure s' alza.
Potrei enumerare
l' intera questione
che capii quella sera
piangendo : nulla
e nulla sussisteva
nel mio conto di dadi,
le possibilità implodevano
su quel sorriso
che era il mio dolore,
la mia gabbia,
congettura o destino
colpa o altro che non so,
combinazione o scherzo
o dono assai maligno.
Ogni cosa è in prestito,
anche il dolore.
***
Non ci sarà nessuno
perché nessuno può venire
non ci sarà
nessuno a ricordare.
La vedova piangerà
tutte le parole dette
per augurarti di non venire
a questo funerale
dove ora non può venire
e sarà ancora più incontenibile
nella sua furia rimorso rancore.
E nessuno potrà mai pensare
a nulla, le saranno sottratti
tutti gli elementi
di una misera storia
di impicci e star male
al mondo di cui in verità
si poteva fare a meno.
Renato Minore da Ogni cosa è in prestito
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