martedì 9 settembre 2025

LE VENT NOUS PORTERA

 


                                                        Barchette d' origami, a salpare verso il mare...




INCANTESIMO


Se, seduto al tuo scrittoio, metti da parte il lavoro.

prendi un libro, ti rivolgi a questi versi

e leggi che qui io m' inginocchio, appoggiando

l' orecchio dove sul tuo petto i muscoli

s' inarcano come grossi volumi che si aprono, in curve di gabbiani,

traversando per le onde del tuo cuore,


e mi passi le mani fra i capelli,

sfilando dalla massa ribelle ciocche

lisce come segnalibri di seta scarlatta,

mi accarezzi le guance come se addolcissi

di cartavelina le pagine

irrigidite, e mi tiri vicino


per leggermi solo dagli occhi, allora vedrai,

in argenteo bianco e nero, te stesso,

seduto al tuo scrittoio, prendere un libro,

rivolgerti a questi versi, e allora, amore,

non saprai chi di noi due legge

ora, chi scrive, e chi è scritto.



                                                      ***


A UN UOMO SENZA IL SENSO DELL' OLFATTO


La presente è solo per farti sapere :


che il solco più profondo all' angolo della mia mano

ha l' odore di un vecchio banco di scuola,

i nomi incisi a fondo lisciati dal sudore ;


che sotto lo spruzzo del mio costoso profumo

le mie ascelle suonano un tono di basso forte

quanto il rimbombo di un palmo sul timpano;


che l' umida vampata della mia paura è intensa

quanto il sapore di un tubo di ferro, in pieno inverno,

sulla lingua rovente di una bambina; e che qualche volta,


nella brezza, la chioma delicata che ho

sulla nuca, proprio dove appoggeresti

il capo, potrebbe tentennare e sfiorarti le labbra,


rivelare la scia fragile e precisa

di piccole barchette d' origami, a salpare verso il mare.



                                                 ***


LAMPONI


Il modo in cui non ricordiamo il calore, dimentichiamo

il sudore e di come portavamo una maglia

leggera sulla pelle che bruciava, il modo in cui perdiamo

il sapore del lampone, ogni inverno; ma


brusco all' improvviso viene luglio, la vena

incendia la tela, e da quella luce

- il sole su calde lenzuola stropicciate -

il mondo splendido in cui faremo il nostro ingresso,


che è andata come doveva, è ciò che sai. Non è un proseguimento,

né il modo in cui ce n'eravamo andati, l' ubriacatura, solo

il tuo timoroso protenderti goffo e mezzo soffocato,

le mie mani distese, le nostre dita, intrecciate,


- come il primo accecato ritrarci dal calore

o a denti serrati, semi, un sapore di metallo.




                              Kate  Clanchy    Trad . di francesco Saldino



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