Nel " Canzone per l' estate ", De André si chiedeva " com'è che non riesci più a volare ", e Rodighiero risponde " che mai si arrende in noi questo volare inquieto. ".
XLVII
Questi silenzi che portiamo velati
dopo tanto clangore d' imperturbate ore accese
dove si confondevano origine e destinazione
questi silenzi che sbrecciano da fuori
e a poco a poco irrompono nel tempo dei bilanci,
siano per l' anima questi silenzi di solstizio
come aurea luna della quercia
nella notte più lunga - squarcio, lanterna.
***
XXXIX
E' un nido sulla soglia la sponda di salvezza,
il passo cadenzato del canto nell' intreccio ideale dei risvegli
quando mi dici - piango per tanta bellezza -
e candela gli occhi testimoni,
dici di intuire solo adesso il senso
nel gesto supremo di creazione.
Mia distesa dorata
benedizione delle bocche schiuse
sulla schiena
alito di meridiana nel buio quando viene
nell' acidula lingua d' usignoli.
***
XXX
Se non io a consegnarmi a dio
o a te, se è l' anima che
da sola, si consegna,
se nella pazienza abbiamo messo in salvo
il tempo sacro dell' incompiutezza,
sia benedetta dell' acqua l' ansa inquieta
benedetta sia la nuca carezzata all' alba
amata sia la dissolvenza
( persa la pretesa di capire
il senso dello scorrere del fiume
il possente desiderio
tutto suo - di riaversi al mare )
***
XXVIII
Provvisori noi, noi sentieri d' oro del mistero
che credevamo eterno, abisso e dimora,
costole allargate al vasto respiro
portavamo ignari, corone di rose.
Niente era certo come il sangue.
Noi eravamo quelli del tempo antecedente l' indugio
ruggito di radura vergine. Urogalli.
I castelli non avevano torri.
***
XVII
Tu mi porti là, dove le cose vengono
quando devono venire, con levità
come di neve, se la neve torna al seme.
Vengono insieme nella pazienza e nella cura
nella radura dei richiami - sapienti echi di rami,
attesa d' abeti a correggere voli.
Annalisa Rodeghiero da A oriente di qualsiasi origine
“D’Asiago, donde venisti, t’è rimasta nel cuore o ti sei portata via solo il ricordo dei fiori?
RispondiEliminaRammenti il silenzio dei boschi, che curò, lentamente, * il sergente nella neve al suo ritorno dalla guerra?
In montagna il tempo pare rallentare… ma mai si arrende in noi questo volare inquieto.”
Annalisa Rodeghiero è nata ad Asiago (Vi) e vive a Padova. Si è laureata in Scienze Biologiche all’Università di Padova ed è stata docente di matematica e scienze.
* cit. da Arboreto selvatico
Conosco la biografia di Annalisa Rodeghiero.
RispondiEliminaGrazie comunque per la premura.
Buone ore.
Era per dar conto del riferimento ad Asiago nel commento.
RispondiEliminaBella Asiago e tra tante cose, un formaggio... di levità come di neve.
bon après-midi...vers le soir
Non volevo essere scortese. Ogni autore viene da me messo sotto il microscopio ( se non lo conosco )... se è di antica memoria " lo ripasso " , come si faceva a scuola prima di un' interrogazione..
RispondiEliminaAsiago non la conosco come città, ma il formaggio , sì. Ho l' avidità di un topolino riguardo a quello e ai similari...
Notizie in anteprima :
( Stasera, se sono di luna buona, ho in mente un lavoro impegnativo, che mi terrà al pc per diverse ore...
Si tratta di una poeta molto conosciuta, ma con un testo un po' particolare : penso che ti piacerà ! ). Preparerò un po' di caffè.
A domani.
risposta all'anteprima... “La suspense è come la mia dieta: dura fino al momento in cui compare la pizza.” ;)
RispondiEliminaChe sia ben farcita e cotta al punto giusto...
RispondiEliminaBuona serata.