martedì 23 settembre 2025

L' UFFICIO DELLE TENEBRE

 


                                                                             Padre, rompi ciò che usurpa...



SCENARIO

IN QUEST' ORA RIPIDA


Nel cortile di una grande fabbrica di mattoni, nei giorni del crollo dell' ultima ciminiera, s' incontrano le vicende di bestie, operai, ribellatori, padroni e guardie al disarmo.

L' ora è ripida : la sirena lo annuncia : c'è un compito a cui ognuno sembra convocato : un ufficio delle tenebre. A turno, mentre Sscartaocchi sta preparando la sua rivolta, le bestie prendono parola. Fanno il processo alla cronaca terrestre : agli uomini, alle rivoluzioni, ai terrori e alle loro scottature. Fanno il processo sapendo che lo perderanno, come è già avvenuto.

Al centro, su un letto di ferro, giace Lisa, colei che continua a dimenticare : è un secolo addormentato nel proprio trapasso, con la placenta ancora piena di miserie.

Da qualche parte - intanto - l' Edera ha incominciato ad arrampicarsi sulla storia.


 


PARLA SCANTAOCCHIO, UN RIBELLATORE :


Proteggi, Padre, questa furia sterrata.

Trascorri i nostri frantumi.

Ingelosisci l' incendio per quanto ci fai luce.

Cresci, ti prego, tutti i calanchi,

le buche del millennio : perché

nuova ci passi la voce, e scolori

il torto come l' ossame dei morti.


Padre che distruggi dove c'è il superbo:

crolla, defenestra, straccia l' usura.

Rompi ciò che usurpa,

che ci piega fino all' ammanco.


Se tu scalci straripa

il muscolo azzurro del cielo,

e viene giù a sassate.


Padre, accanisci le unghie contro le mani.

Torci i denti contro la lingua.

Organizza la sbarra e il bastone,

lo sparo e la potassa.


Perché è necessario un disordine che non si ama.

Perché mai amammo questo nostro disordine.

Benedetto il disordine che non si ama.

Benedetto sia il disordine. Sempre. E ancora di più.



                                                ***


PARLA SEGUR, UN VECCHIO ASINO


Oggi che la pace è grattata fino

al fondo, celebro l' ora dei morti

che fecero la rivoluzione

mancandola.


Io non li capisco, non li capisco,

ma porto anche il loro peso.

Porto il peso di tutte le rivolte

e il duro castigo.


Quale battaglia assolve se stessa ?


L' assalto è senza glosse.

Svuota la cupola del cielo.

Per tutti spranga la quiete

con sale di rabbia.


Non esiste indulgenza plenaria.

" Chi ha torto    Ha ragione    Ha torto "


La via lattea dei ribellatori splende

per un attimo e poi s' annera.


Allora li senti gridare :


" Come parleremo

dal buio didentro ?

Chi ci ascolterà ? "


Ecco perché conservo le loro parole.

M' attacco all' impervio, al secco,

all' osso che perfora il chiuso del mio

credo.


                                         Fino al prossimo incontro.


Volpe : quando la campana del ghiaccio

scioglierà l' estremo intocco,

e anche l' ultima 

delle quindici candele

finirà per spegnersi,

oltre la notte

ci incontreremo,

vedrai :

oltre la lunga notte.



                                           ***


LETTERA DI SCANTAOCCHIO A CHI LASCIA PER COMBATTERE :


Amore,

se il tempo non fosse disgraziato,

tutto a calcinacci.

Se bastasse questo nostro innalzarci

sopra la spina, stringerci all' ombra

che non scura, scagionare l' inverno

da ogni suo malanno.


Se davvero bastasse così poco.


Se ci fosse nel nucleo terrestre

una valvola di sfiato

per il disastro accumulato.

E cesoie per troncare

la zizzania. O lunghe tubature

dove sciacquare il sangue.


Come banchetteremmo, allora !

Come grande sarebbe la festa !


Mi attardo in te.

Attendo sullo spigolo del tuo ricordo.

Perché domani, in ogni caso, ti avrò

perduto.


Che dice di noi la resina ?

Che pensa il sambuco  nel

suo sorpasso di secoli ?


" Qui sta la bestia umana "


Vorrei avere armi senza insegne.

Snodare la carta del devasto che

ci piomba in basso come frutta

sbattuta, e fa il mondo a sacchi

di lamento. Vorrei darti garofani,

viole e altri fiori insensati

per celebrare un infinito sonno

                                     di pace.

                                     

Cercarti poi tra le cose che durano

-solo tra le cose che durano sull'

enorme lavagna d' ardesia.


Sia come sia.


L' acido tumulto non mi placa

e ci puliremo nella polvere da sparo.


Il resto è per coloro che verranno.


Sempre occorre mischiarsi fuori dal quieto,

portare l' incendio nel rancore delle cose.


Perché è vero, lo giuro :

chi dona la sua vita

la salva.



                                 Giorgiomaria Cornelio  da   L' ufficio delle tenebre


                           

2 commenti:

  1. NINNA NANNA PER UN ANGELO

    Dormi, angelo mio,
    il Padre spezza l’orgoglio
    e strappa le catene oscure.
    Dormi, piccolo cuore,
    un infinito sonno
    di pace.

    RispondiElimina
  2. Molto dolce questa nenia, che fa bene anche ai grandi.
    Grazie!

    RispondiElimina