martedì 11 agosto 2020

UTOPIA DEL SOLITARIO




                                                 Una parola che evochi la pioggia...



NUOVA ARS POETICA

senza più affanni né aspirazioni
scrivo soltanto
per non morire prima del tempo

per liberare l'amore e il rancore
dalla feroce battaglia delle viscere
e non dimenticare mai
gli artefici dell'usura

anche
       ( per sentire )
ogni tanto
quel nirvana transitorio
di tutta
la creazione furtiva del silenzio.


                                       ***

LA PURIFICAZIONE DEL TEMPIO

mi commuove il passaggio
in cui Cristo
               con la frusta in mano
furente 
               senza controllo
rovescia i banchi
               gridando
ai venditori di colombe
e ai cambiavalute:

Portate via queste cose.
Non fate della casa di mio Padre
un luogo di mercato.


e se questo pianeta errante
è il tempio del santuario
la casa del Padre
non sarà necessario
                              con la frusta in mano
scacciare di nuovo quei vecchi mercanti
insediati oggi
tra gli alti e bassi di Wall Street.


                                          ***

DA SOLO A CASA

non voglio muovere un dito
mi abbandono
                     mi astraggo
fuggo dall'avvenire e dal progresso
mi nascondo negli armadi dell'infanzia
nella tana dell'autismo

ne sono prova i mozziconi
che lascia sparsi la mia irrequietezza
i vestiti appesi a ogni porta
i piatti scioccamente sporchi

non fingo quest'inerzia
sono stanco di me e degli altri
dei morti del giorno
delle tasse che aumentano
dei salari che non bastano
dell'impunità che protegge
sempre i politici
di non essere io
di non poter vivere come nei miei sogni.


                                               ***

SONO STANCO...

di essere fedele
al regno della tua assenza

sono stanco di far crescere
l'inquietudine
e dover lasciare tutto
e inseguirti senza inseguirmi
inseguendoti
lungo le mappe del tuo sogno

sono stanco dei reincontri
del tornare una e un'altra volta
alla cerchia
dello sradicamento e della memoria


                                                    ***

UTOPIA DEL SOLITARIO

cerco una parola
che diriga il gregge
e dietro di lei le altre
s'incatenino una dopo l'altra
                                            fertili
tra il fuoco di ciò che è perduto

una parola che contenga in sé
il segreto dell'indicibile
e la chiaroveggenza del già detto
che allacci le isole del cuore
e in ciascuno di loro
il mare rompa docile i suoi insonni

una parola prodigiosa
che cancelli il nemico
col solo pronunciarla
e al tempo stesso conformi uno specchio
dove l'uno possa vedersi nell'altro
e l'altro si veda in noi
e nell'immemorabile

una parola
che evochi la pioggia
e le sue sorti
                   e come il vento
visiti le regioni
ed essendo già pane
tutti gli uomini si uniscano in lei.


                                             ***

FIGLIO

se piangi
il mio cuore s'intristisce
e come un flauto
tende a ripetere il gesto inutile
di nasconderti questo secolo
che perfeziona il crimine

se sorridi
o accendi l'aria sol tuo riso
la mia anima diventa un sole benefico
dove non entra il dubbio
ed è preciso e certo il futuro.


                                          ***

PER LA MEMORIA DI TUTTI

dicono che gli uccelli
piantarono gli alberi
che portarono i semi
dalla stessa mano di Dio
e li sparsero per il mondo
affinché l'uomo non si sentisse più solo

dicono che li dipinsero di verde
perché il verde
rinfresca gli occhi e la speranza
che diedero ali alle foglie
affinché l'autunno non si sentisse nudo
e i venti non perdessero la loro memoria

e per tutto questo dicono
che gli alberi
non sanno vivere senza i loro uccelli
e gli uccelli
allo stesso modo non sanno vivere senza i loro alberi.




                 Osvaldo  Sauma  da         Utopia del solitario



2 commenti:

  1. E' stata una piacevole sorpresa anche per me.
    La cosa che mi ha colpito è che - pur facendo parte della stessa raccolta - vi si trovano poesie molto diverse per contenuto e stile.
    Si passa da momenti di cupo pessimismo (" scrivo soltanto per non morire prima del tempo ) a sentimenti più delicati, leggeri e pieni di speranza ( " se sorridi, la mia anima diventa un sole benefico, dove non entra il dubbio ed è preciso e certo il futuro " ).
    E il fascino sta forse nell'attrazione che esercitano i contrari ( nella vita, il tutto e il suo contrario è cosa incontestabile ).
    Per questo allora ne siamo catturati e presi : come di " cosa" già nota che ci riguarda da vicino.

    RispondiElimina