domenica 2 agosto 2020

L'ULTRAMOR DI ALFONSO



  Un cuore: è possibile prendere a battere di nuovo nel dolce cloroformio delle parole...



CHIEDIMI

Chiedimi per quale ragione sono qui.
Potrei consolarti con risposte
simili a ponti ricurvi o armature
fatte per proteggere il cuore dell'uomo.

- Per quale scopo sei qui ?

Ho detto per quale ragione, non per quale scopo.
Suvvia, non è poi così difficile:
in fin dei conti arriva per tutti
il giorno in cui ci facciamo questa domanda;
almeno una volta tutti abbiamo remato
in un mare pesante come piombo.

- Per quale ragione sei qui?

Ecco. Ora ci siamo. Vedi:
il vento soffia dove vuole
e strappa con la sua follie le promesse
e i vecchi ricordi senza futuro.

Ciò che vedi qui non è quello che s'è perso
ma quel ch'è sopravvissuto all'uragano,
stretto e tremante a un traliccio,
il paesaggio dopo la battaglia;
di nuovo la speranza instancabile
si rialza e innalza la sua bandiera
tra il fumo dei giorni distrutti.

Un cuore: la sua ostinazione.
Il suo non volersi fermare.
Tutto ciò che voleva essere e non riuscì a raggiungere,
rinato un'altra volta perché è possibile
prendere a battere di nuovo, anche senza un perché,
nel dolce cloroformio delle parole.


                                         ***

PERDUTO

Dove ho perduto qualcosa,
cammino con più cautela.
Non so se troverò quello che cerco,
ma questo luogo è come un tempio:
in esso esiste tutto ciò che è possibile.

Dove ho perduto qualcosa,
quel qualcosa mi chiama
e una parte di me chiama quel ch'è perduto.

La cautela non va bene per incontrarci:
la cautela serve per non calpestare
il luogo sacro dove dimora
l'oscuro animale della speranza.


                                              ***

LA MEMORIA FERITA

Mi fanno paura gli specchi, questi esseri
che, dopo essere stati fatti in mille pezzi,
seguitano ad esistere in ogni loro frammento.

Assomigliano troppo a un cuore.


                                           ***

NOI ALTRI

All'improvviso ti è chiaro:
ogni notte è un cristallo
che si frantuma nel viaggio
di ritorno al giorno,
e con esso la nostra immagine
si disfa nel cammino.

Al risveglio, la luce
di nuovo ci confonde:
non c'è nulla da temere,
i fantasmi non esistono
- amore - perché siamo
noi i fantasmi.


                                           ***

SERA DA CANI

Camminano senza fretta
estranei al diluvio universale
di questa sera da cani;
come se la specie fosse
già in salvo nella solida arca
del suo fragile abbraccio.
Succede spesso
e inspiegabilmente:
in ogni amore del mondo
ci si salva dal naufragio.




                    Alfonso Brezmes   da    Ultramor




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