mercoledì 12 agosto 2020

CREATURA



                                   Gli abiti in nebbia ci consumano gli orli del tuo viso...


Si faceva tua carne
il respiro
nel chiamarti a nome.
Per immense foreste camminammo :
i muschi
raccoglievano l'orma del tuo piede.
Foglie di quercia 
ai capelli
furono piccole mani
alate di sole.
Ma a riva d'invernali fiumi
c'è sconosciuta
quest'alba :
la voce varca grigie onde
senz' echi,
gli abiti in nebbia rappresi e dissolti
ci consumano gli orli del tuo viso.




                      Antonia  Pozzi    da      Guardami: sono nuda


2 commenti:

  1. Un amore perduto? La poesia della Pozzi è malinconica, crepuscolare quasi il presagio del suo destino. Un abbraccio ma non crepuscolare...Ciao Frida

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  2. Beh, le dolorose e contorte vicende sentimentali di Antonia le conosciamo.
    E più o meno l'eco riverbera in tutte le sue poesie nonché nei Diari.

    Grazie a te per l'assidua e calda presenza .

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