domenica 14 aprile 2019

POESIE DEL DOLOROSO AMORE DI NAZIM

 
 
 
                                     Mi sono svegliato anche stamattina e ti amo


QUEL CHE HO SCRITTO SU DI NOI E' TUTTA UNA BUGIA

Quel che ho scritto su di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete tirata dal pozzo dei miei sogni
è il disegno tracciato su un raggio di sole
quel che ho scritto di noi è tutta la verità
è la tua grazia cesta colma di frutti rovesciata sull'erba
è la tua assenza quando divento l'ultima luce all'ultimo angolo della vita
è la mia gelosia quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità fiume soleggiato che irrompe sulle dighe.

Quel che ho scritto di noi è tutta una bugia
quel che ho scritto di noi è tutta la verità.


                                                 ***

LE SEI DEL MATTINO

Le sei del mattino.
Ho aperto la porta del giorno ci sono entrato
ho assaporato
l'azzurro nuovo delle finestre
le rughe della mia fronte di ieri
sono rimaste sullo specchio

sulla mia nuca una voce di donna
tenera peluria di pesca
e le notizie del mio paese alla radio

vorrei correre d'albero in albero
nel frutteto delle ore

verrà il tramonto - mia rosa -
e al di là della notte
mi aspetterà
spero
il sapore di un nuovo azzurro.


                                               ***

ANCHE QUESTA MATTINA

Anche questa mattina mi sono svegliato
e il muro la coperta i vetri la plastica il legno
si sono buttati addosso a me alla rinfusa
la luce d'argento annerito della lampada

mi si è buttato addosso anche un biglietto del tram
e il giallo della parete e tre righe di scritto
e la camera d'albergo e questo paese nemico
la metà del sogno caduta da questo lato s'è spenta

mi si è buttata addosso la fronte bianca del tempo
i ricordi più vecchi e la tua assenza nel letto
la nostra separazione e quello che siamo

mi sono svegliato anche questa mattina
e ti amo.


                                        ***

L' ADDIO

L'uomo dice alla donna
t'amo
e come:
come se stringessi tra le palme
il mio cuore, simile a scheggia di vetro
che mi insanguina le dita
quando lo spezzo
follemente.

L'uomo dice alla donna
t'amo
e come:
con la profondità dei chilometri
con l'immensità dei chilometri
cento per cento
mille per cento
cento volte l'infinitamente cento.

La donna dice all'uomo
ho guardato

con le mie labbra
con la mia testa con il mio cuore
con amore con terrore curvandomi
sulle tue labbra
sul tuo cuore
sulla tua testa.
E quello che dico adesso
l'ho imparato da te
come un mormorìo nelle tenebre
e oggi so
che la terra
come una madre
dal viso di sole
allatta la sua creatura più bella.
Ma che fare?
I miei capelli sono impigliati alle dita di ciò che muore
non posso strapparne la testa
devi partire
guardando gli occhi del nuovo nato
devi abbandonarmi.

La donna ha taciuto
si sono baciati
il libro è caduto sul pavimento
una finestra si è chiusa.

E' così che si sono lasciati.


                                           ***

SOTTO LA PIOGGIA CAMMINAVA LA PRIMAVERA

Sotto la pioggia camminava la primavera
coi suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
chiusa tra i pneumatici i motori le stoffe le pelli
e il mio cardiogramma era pessimo quel giorno
quel che si attende verrà in un'ora inattesa
verrà tutto da solo
senza condurre con sé
coloro che già partirono
suonavano il primo concerto di Ciajkowskj sotto la pioggia
salirai le scale senza di me
un garofano sta all'ultimo piano della casa al balcone
sotto la pioggia camminava la primavera
coi suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
ti sei seduta di fronte a me non mi vedi
sorridi a una tristezza che fuma lontano
la primavera ti porta via da me ti conduce altrove
e un giorno non tornerai più ti perderai nella pioggia.



                  Nazim  Hikmet -Ran   da     Poesie d'amore



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