giovedì 11 aprile 2019

PRELUDIO

 
 
 
   Sei il contagio dei baci negli intarsi della pelle…
 
 
                                                     
Sarà la risacca dei tuoi passi a riportarmi
l'incanto e l'urlo della commozione sincrona
di questo amore annidato come mallo nella noce della notte.

Sarà la durevolezza del tempo che si scioglie
alle carezze e al vento delle mani che sferza i fianchi
e piega la vita al suolo in impudiche posture.

Nessuno, nessuno vedrà lo scempio dei rami
martoriati dalle parole crude che legano i polsi.
Nessuno udrà il lamento degli occhi proni.
Nessuno fermerà il volo radente delle lingue nella gola.

                                     ***

Riappari nitido nello specchio della mia immaginazione
beccheggiando tra dune di puro desiderio.

Sei la mia ricompensa più pura, il pensiero conficcato
come chiodo nel palmo della mano, il contagio
dei baci negli intarsi della pelle, la pioggia
di fiori di gelsomino tra i capelli.

E di nuovo torna lo stupore del colore.



                
                                    frida


2 commenti:

  1. Chissà perche quell'ultima parola l'ho letta "dolore"...

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  2. A volte capita ( a me spesso, tant'è che di certi miei errori di battitura mi accorgo settimane dopo aver postato i testi )che si legge quello che si ha nella mente, piuttosto che ciò che sta scritto.
    E' un classico che rientra nei Lapsus freudiani ( e nella fattispecie è molto eloquente: siccome le mie poesie sono più spesso accorate, malinconiche e nostalgiche che il contrario, che tu abbia letto " dolore" invece che " colore", la dice lunga).
    Grazie comunque per il passaggio e per il commento.( sorriso )

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