Si lanciano in mare o nei bei laghi...
Ma gli uccelli dove vanno a morire ?
Nessuno lo sa, non me lo sa dire
mio padre che li ha amati:
" Il merlo dell'infanzia
al mio fischio veniva
dal bosco alla finestra, mi era amico".
E non lo sa il cacciatore
nè lo zio contadino. Dove vanno
gli uccelli quando sentono di morire.
Forse in silenzio dormono tra i rovi.
Uno vidi tremante da un rametto
di vinco planare a terra e sparire.
Ricordo un giorno che salii ragazzo
su un carrubo, sicuro
di vedere un nido, era invece una pica
dissolti i suoi novantanove canti
nell'intreccio dei rami.
Ma gli uccelli dove vanno a morire ?
Quando l'ardore viene a mancare,
si lanciano in mare o nei bei laghi
dove s'immergono in picchiata.
Anche il poeta Vito Riviello
e il mio amico Pasquale Rea, polveri
e luci di aria ora stanno in fondo ai mari.
***
Vidi con mio padre un fico
a strapiombo in un crepaccio. Intorno
vi volavano uccelli,
nel becco già il seme di altri viaggi.
Tra i muri di una casa mutilata,
mi portò un merlo
a un albero giovane e snello:
mani e becco a inseguire more, i fichi
alti d'ali e di cielo.
Il bambino si issava sopra i sassi
con gli occhi che volavano tra i rami.
Mai sazio della viva
poesia , su fil di lama,
iniziò allora forse
a chiedersi la misura
del verso, quando finì
tra le spine con lo schianto di un ramo.
***
Non vedo più non distinguo
i colori. Ora mi aiuta solo
il pensiero. E se fossi un uccello?
Non potrei nutrirmi
della mela più alta, di una ciliegia
rossa, del fico che arde
fin dal primo mattino.
Avessi le ali,
andrei figlio incontro al mare.
Domenico Adriano da Dove Goethe seminò violette
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