sabato 7 marzo 2020

LE RAGIONI DELLA COLLERA DI JULIO 1



                    
                              Come vorrei riscattare questo dolore di Buenos Aires...



AFTER SUCH PLEASURES

Questa notte, cercando la tua bocca in un'altra bocca,
quasi credendoci, perchè così da cieco è questo fiume
che mi tira alle donne e mi sommerge fra le sue palpebre,
che tristezza nuotare alla fine verso la sponda del sopore
sapendo che il piacere è questo ignobile schiavo
che accetta le false monetee le fa circolare sorridendo.


Dimenticata  purezza, come vorrei riscattare
questo dolore di Buenos Aires, questa
attesa senza paura nè speranza.
Solo nella mia casa aperta sopra il porto
un'altra volta ancora cominciasti ad amarti,
un'altra volta ancora trovarti al caffè della mattina
senza che tante cose irrinunciabili
siano state.
E non dover ricordare questa dimenticanza
che sale per niente, per cancellare dalla lavagna i tuoi pupazzetti
e non lasciarmi che una finestra destellata.


                                                ***

LE TARME

Affrettati a fissarti dentro di me
se il tuo viso ti importa, e il tuo cappello.
Tu non sai che pericolo, che galoppo di mare
a rovescio corre ad annegarti. 
Ogni paesaggio, ogni nuovo viso
è una sgubbia che incide le tue guance,
ogni nome
cade sopra il tuo nome come un'acquila morta.
Sei l'annegata della Senna, come salvarti
se le donne di Picasso ti corrodono con liquide carezze
e al mattino ti penso e sei un'altra
anche se inseguo assetato il tuo viso
nei cassetti cercandoti e in ritratti
abbandonati a una piccola, inutile
notte di pioggia fra queste mie mani.
Non ti lasciar distruggere,
non cedermi questa vittoria facile..
Io lotto come un albero,
però tu sei l'uccello lassù in cima :
che posso fargli, al vento che mi ruba il tuo canto
se tu gli dai le ali!


                                             ***

HAPPY NEW YEAR

Guarda, non chiedo molto,
solamente la tua mano, tenerla
come una piccola rana che così dorme contenta.
Io ho bisogno di questa porta che aprivi
perchè vi entrassi, nel tuo mondo, questo pezzetto
di zucchero verde, di tonda allegria.
Non mi presti la mano questa notte
di fine d'anno, di civette rauche?
Tu, per ragioni tecniche, non puoi. Allora
io la tesso nell'aria, ordendo ogni dito,
e la pesca setosa della palma
e il dorso, questo paese d'alberi azzurri.
Così la prendo, così la sostengo, come
se da ciò dipendesse
moltissimo del mondo,
il succedersi delle stagioni,
il canto dei galli, l'amore degli uomini.


                                           ***

IL FUTURO

E so molto bene che non ci sarai.
Non ci sarai nella strada, non nel murmure che sgorga di notte
dai pali che la illuminano, neppure nel gesto
di scegliere il menù, o nel sorriso
che alleggerisce il " tutto completo" delle sotterranee,
nei libri prestati e negli arrivederci a domani.

Nei miei sogni non ci sarai,
nel destino originale delle parole,
nè ci sarai in un numero del telefono
o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
 Mi infurierò - amore mio - e non sarà per te,
e non per te comprerò dolci, all'angolo
della strada mi fermerò, a quell'angolo a cui non svolterai,

e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so molto bene che non ci sarai,
nè qui dentro, il carcere dove ancora ti tetengo,
nè là fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te.


                                              ***

HIC ET NUC

La nobiltà, le grandi parole, come stanno male
a questa tenerezza senza guance da toccare,
e questa lingua senza labbra da capire.
Si avvilisce un amore così che rimbalza sulle pareti della stanza
o sta cadendo a pezzi di parole, questo.

E' inutile l'arguzia e inutile la speranza
noi siamo la previsione,
gli occhi e la bocca orientati al vento. A che mi serve
ciò che è stato, la soave cronaca?
Sempre andrò crecandoti nell'oggi
di questa città, a quest'ora.
Se mi volto, oh Lot, sei il sale
dove la sete mi si rompe a pezzi.

Guarda di che vivo, di quali sostanze,
ma non compassionarmi, andandotene così
ancora di più.



                        Julio  Cortàzar      da     Le ragioni della colle


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