domenica 1 marzo 2020

LA POESIA AMARA DI PETER





                           Chi era mai la donna che per un momento mi aveva amato?



FOGLIE

Non posso dire
che sul tuo petto piangano perfino  gli alberi,
visto che sopra non piango nemmeno io.
Eppure quando guardo come su te nevicano
le foglie e ti ricoprono con il tempo,
per me l'arido giorno è ancora più greve.

Non posso dire
di averti annodato i capelli sul collo
creandomi la donna a mia immagine.
Hai amato già prima di me
e sei senza immagine;
la tua opacità è simile alla mia.

Sei venuta dalle foglie
e tornerai tra le foglie.
La tua veste è cosparsa di foglie.
Le tue parole sono foglie
dai lembi più amari del loro interno.


                                                ***

IN DUE

Finalmente soli, completamente soli siamo rimasti.
A me verserò il vino, a te aggiungerò dell'acqua;
prima che il giorno muoia
vorrei  scambiare con te quattro chiacchiere.
Il filo della vita si sta torcendo velocemente...
impercettibilmente si alternano i soli e le piogge.
Beh, il presente non è noioso, anzi è tempestoso,
simile a un vento basso che fa vorticare la polvere.
Del futuro preferisco non fiatare -
finchè ci sarà vino, sarà perlomeno com'è stato.
E le donne? Infatti: sul loro conto potrei raccontarti
molte cose e senza fronzoli, ora siamo soli...
Ma tu già dormi, cane maledetto.


                                               ***

ADESSO E' IL TEMPO

Quando il vento all'imbrunire
schiude le pesanti porte del mare,
una luce languida inonda il cielo;
nelle profondità invece un verde velluto
vela la lucentezza di giardini abbandonati.

Adesso è il tempo per un breve rito:

C'è in noi l'amore ?
Ci ama qualcuno?
C'è altro ancora
sotto le serali superfici delle trepidazioni ?


                                          ***

LA SCONOSCIUTA

Se almeno potessi riordinare i miei sogni!
Vedo ancora esseri dai piedi nudi
che stanno scomparendo oltre i tetti ripidi.
Di tempo ce n'era ben poco,
ma il profumo del ginepro falciato
mi spingeva irresistibilmente verso un'esile
sconosciuta che di continuo si travestiva.
E c'era un lungo portico imbiancato
che i cavalli avevano trascinato fin qui
da chissà dove.
Ora mi alzo su un palcoscenico deserto:
qua un paio di bottiglie sparpagliate,
lò una storia ancora non letta da un libro
di lettura aperto: chi era mai la donna
che per un momento mi aveva amato ?


                                             ***

UNA TARDA CENA

E' tempo di saziarci.
Le tue braccia sono piene di impazienza.
Nelle mie scolano ore d'attesa.
Sulle labbra asciutte
abbiamo polvere di stelle.
La tua fame stuzzica la mia sete.
Maceri i tuoi occhi nel mio vino notturno.
All'alba divoro il pane del tuo corpo.
Per dessert ci saranno
i cocenti granelli della solitudine.




                        Peter  Kolsek     da      Mai più

 

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