mercoledì 4 marzo 2020

A TU PER TU CON LA PAURA 1





  " O è il male ciò di cui abbiamo paura, o  il male è che abbiamo paura "  ( Sant' Agostino )


(...) La paura affligge e spesso domina tutti gli aspetti della nostra
       vita - come parliamo, come lavoriamo, come mangiamo, come
       creiamo, come ci poniamo in relazione, persino come 
     respiriamo.E' un fattore onnipresente che tentiamo di ignorare,
     superare o rimuovere. Solo di recente ho riconosciuto quanto
     profonde fossero le mie paure, quanto lo fossero sempre state.
     Sapevo di avere molte paure, ma il mio atteggiamento era 
     quello di considerarle come un ostacolo da superare, altrimenti
     avrebbero limitato la mia vita e fatto di me un codardo. Ho 
     usato quindi la mia forza di volontà e la mia determinazione
     per spingermi oltre, ma nulla mi aiutava ad entrare un po' più
     in intimità con me stesso. Stavo scappando dalle mie paure, e
     questo mi stava separando dalla mia metà morbida, dalla mia
     vulnerabilità e dalla mia profondità. Questa separazione era
     evidente nelle relazioni: non ero in contatto con le mie paure
     più profonde,la paura dell'amore e dello smarrimento. Credevo
     che se appena avessi smesso di investigare nelle mie paure,
     queste avrebbero preso il sopravvento. In breve, sviluppai uno
     stile di vita costruito su una compensazione delle mie paure.
     Solo molto più tardi riconobbi di essere stato preso da una
     inconscia " coping trance " ( uno stato di " anestesia " 
     emozionale necessario per far fronte alla vita di tutti i giorni:
     sfuggite la paura per proteggere un bambino interiore
     terrorizzato dal fallimento e dal rifiuto.) Anche l'astrarmi e l'
     isolarmi erano una copertura delle paure : quelle di un 
     bambino che molto spesso è in stato di choc.  (...)



               Krishnananda   da     A tu per tu con la paura


 

2 commenti:

  1. E' vero per davvero.
    Anche se si muore una volta sola.
    Maurizio

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  2. Ciò che abbiamo letto nel post fa riferimento a teorie e filosofie orientali (specie indiane ) che posso trovarci d'accordo o meno.
    Per sintetizzare, direi che la paura è uno stato " naturale" connaturato agli esseri viventi. E dico" naturale " perché ci è proprio stato dato a corredo per la difesa della vita, in quanto serve mobilitare il nostro cervello sulle modalità di strategie da attuare per contrastare un pericolo. Ce l'hanno ( in modo manifesto ) anche alcune specie appartenenti al regno vegetale, oltre che essere una caratteristica umana e degli animali. E'- sostanzialmente - un istinto e come tale gli animali lo vivono. La razza umana, una volta capito il meccanismo - sa mettere in atto presidi più razionali e sofisticati per difendersi in modo anche preventivo dalla paura ( vedi banalmente l'anti furto che ci difende dai ladri etc ).
    Essendo parte del corredo genetico, tutti sperimentiamo questo sentimento, di cui è ingiusto e persino insignificante vergognarsi ( " sei un pauroso ! " si soleva dire una volta a qualcuno se lo si voleva offendere ).
    E allora dove sta l'inghippo che può rendere questa " difesa naturale" un danno?
    Sta nella quantità : la troppa paura, invece di allertare cervello e le conseguenti attività ormonali, muscolari, cardiache, respiratorie etc, agisce da blocco : una persona, presa dal panico ( troppa paura ) non si muove più.
    Questo comportamento ( in parte automatico e in altra parte indotto da come si è evoluta la maturazione psichica di una persona ) vale sia per i vari accadimenti fisici ( non avere " sangue freddo" ) ma anche per quelli psicologici,emotivi e persino amorosi : per timore ( di fare brutta figura; di sbagliare; di non poter tenere sotto controllo una certa situazione; di soffrire ... ) non si tenta neppure la sperimentazione; si sta fermi ( fisicamente e mentalmente ) sino ad un punto tale che può diventare una malattia.
    Per questo, dovremmo porre molta attenzione ai segnali che ci arrivano in questo senso; utilizzarli per la nostra difesa , ma non rimanerne imprigionati.

    Per questo hai ragione anche tu a dire che comunque " si muore una volta sola! ".
    Possibilmente però non la morte del topo in gabbia...

    Grazie per la visita e il commento.

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