giovedì 10 maggio 2018

BREVE STORIA DEL SOGNO 4



(...)Malgrado questa concezione,nel vedere il sogno come presagio,
     Artemidoro fa ipotesi che anticipano addirittura il concetto di
     inconscio e di capacità magiche della mente umana che sarebbe
     appunto in grado di proiettare ( un'anticipazione del concetto
     kleiniano di identificazione proiettiva? )nel futuro i suoi desideri
     o le sue paure e angosce che diventerebbero delle premonizioni.
     Nella convinzione - anche in ciò anticipando la psicoanalisi più
     attuale - che la psiche sia capace di elaborare e rappresentare
     nel sogno le idee, fantasie e contraddizioni dello stato di veglia.
     Esisterebbe dunque un rapporto stretto tra i contenuti mentali
     del sogno e quelli della veglia e in questa ipotesi Artemidoro
     anticipò il valore che Freud attribuiva alle associazioni libere
     del sognatore per capire e interpretare i suoi sogni e, nello
     stesso tempo si pone nella schiera degli psicoanalisti più attuali,
     per i quali il pensiero del sogno è simile al pensiero della veglia
    Un altro contributo all'interpretazione dei sogni che fa di
    Artemidoro uno psicanalista dell'antichità, è quello relativo alla
    possibilità che oggetti della propria passione siano sostituiti da
    altri oggetti corrispondenti ad essi e che diventano così loro
    simboli.

    L'olivo indica la donna, per cui è buon segno vederlo fiorente e
    ben saldo sulle radici, con frutti maturi secondo la stagione.
    L' alloro indica una donna ricca perché è sempre verde, e bella
    per la leggiadria del suo aspetto.
    La quercia corrisponde a un uomo ricco per le sue facoltà
    nutritive, oppure a un vecchio per la sua longevità.
    I platani, i pioppi, gli olmi, i faggi, i frassini e tutti gli alberi
    simili a questi, giovano soltanto a chi va in guerra e ai falegnami
    Ai primi perché servono a fare le armi, ai secondi perché offrono
    la materia prima per il loro lavoro. Per tutti gli altri sono
    simbolo di povertà e di miseria, in quanto non fanno frutti .(...)


        Mauro Mancia   da    Breve storia del sogno                                 

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