Aspetta che la semina si compia...
" Ciò che Preziosi, in questo notevole lavoro, vuole indagare è la condizione umana, che non si manifesta in situazioni particolari di indigenza, malattia, sopraffazione e via dicendo, ma si fa rarefatta , " assente " appunto, esibendo una fragilità nella sua più diffusa e anodina quotidianità priva di eroismi di qualunque tipo. L' uomo è chiamato all' assenza di sé perché l' assenza è sempre più feconda e ricca di suggestioni : laddove qualcosa non c'è si può sempre immaginare. E laddove qualcosa c'è, dobbiamo sempre montalianamente " riperderla " per comprenderla. E' un po' una situazione limite, che però ben illustra lo status quo dell' umano fatto di tante contraddizioni che sono - nostro malgrado - la nostra verità... Questa raccolta ha come intento lirico di fare esperienza dell' uomo in tutte le sue varianti, nelle sue vittorie come nelle sue sconfitte, nei suoi abbandoni come nei suoi ritorni : l' uomo è sempre tale sia quando si appassiona sia quando si disamora; è sempre in quel dolore sordo che non si placa, quel dolore per un paradiso mancato, per quel destino di nulla nel quale siamo relegati e condannati. Con estremo coraggio. Preziosi perviene a una condizione umana senza sconti e fonti di redenzione ( da laico quale egli è ). Eppure c'è sempre una storia da interrogare in maniera incessante, come quando in versi, scrive : "C 'è qualcosa di morto nel respiro / che insiste alla ricerca della vita / questo incedere sempre a testa alta / nei ricorsi di questa storia effimera / Perché qualcosa sfugge, non ne dubito, / qualcosa resta ancora da ascoltare / qualcosa volubilmente inerme e senza strada... "
( Dalla Prefazione di Giuseppe Cerbino )
I SEMPLICI ABBANDONI
Quante cose scompaiono
giorno dopo giorno
se ne vanno per conto loro
senza preavviso prendono il volo
per tornare al tempo remoto
di un loro angoletto vuoto
Del nostro desiderio d' abbandono.
***
SONO LINGUA
Sono tornata a fumarti nel freddo,
a dissolvere i tuoi presentimenti.
Non sono pace ma nemmeno guerra,
non sono male di benevolenza.
Sono lingua nel pieno della propria
forma sconsiderata, sono taglio
senza linee, ma d' oppio nella mano.
Sono una interruzione tenue, inverto
apostrofi e trasformo accenti in fuoco
dove fitto ribatte ancora il suono.
Sono fiori essiccati d' abbandono
tutto il nulla da cui potrai riprendere
il verecondo e spurio immortalare
e poi cantare per non pronunciare.
***
LE COSE INESATTE
Per le cose inesatte c'è un attrito
e l' uomo a cui ripenso le dispone
offrendosi all' autunno che si aggira.
La posizione presa lo avvicina,
quel non saper più stare dentro me
sostanzia la vanesia distopia
e poi c'è altro, una malinconia.
***
L' UOMO QUI ASSENTE
Aspetta che qualcuno sappia cogliere
le nostre solitudini da farne
un fertile terreno per l' eterno;
aspetta che la semina si compia
ma del raccolto non avrai che gli occhi.
I germogli che sei, che non sarai,
avranno preso piede in una fossa
perché sanno dover essere morti
per vivere davvero nella vita.
Un' altra solitudine che avanza
se ne appropria e racconta di se stessa
con dedizione ma a parole tue.
***
QUI
Qualcosa da lontano ha preso piede
sotto l' egida muta del mistero
dove la foglia morta nutre l' albero
e ricomincia qui dove ha lasciato.
***
ANCHE SE ONDA TU NON SEI
Nel contraddirti non c'è più esercizio
di contrapposizione, ma si accettano
consigli su sconfitte ancora calde, e
come il sangue tenuto dal bendaggio,
dammi un abbraccio necessario e franto
inutilmente invaso da minuscoli
ricordi ancora in grado di alterare
le circostanze morte abbandonate.
Ma il silenzio è pura rappresaglia,
dalle interiora s' alza un suono bianco
o forse più un rumore in sottofondo
a cui mi riprometto di badare.
Non ho imparato a farlo a modo tuo
su queste lastre marmoree che interpretano
l' eterno un divagare come il sale,
smarrendo il mare tra le nubi grigie
e quando piove sento come arrivi
anche se onda tu non sei oramai.
Federico Preziosi da L' uomo qui assente
IL GIARDINO NASCOSTO (semplici ritorni)
RispondiEliminaQuante cose riaffiorano
giorno dopo giorno
ritornano per conto loro
senza preavviso bussano al cuore
per arrivare al tempo presente
dal loro rifugio nascosto
...quando riaffiorano i segni
si accendono luci dimenticate,
ritorna un profumo d’infanzia,
lo sguardo e il sorriso non colto...
Mi piace molto questa poesia perché parla con semplicità al cuore , o meglio ci racconta quello che succede nel nostro intimo quando riaffiorano ricordi, suggestioni, semplici immagini, echi di parole , profumi che credevamo dimenticati. Si " accendono luci" e il corpo - come un albero sbattuto da violente tempeste - rialza il capo e sente il calore della vita che ritorna; una nuova linfa rifluisce nelle stanche membra e di nuovo- come fosse la prima volta - volge lo sguardo al sole.
RispondiEliminaGrazie per la tua attenzione e contribuire a questo processo di rinascita.