Dirai amore ancora...
LE FINESTRE FINTE
" Tanto ci vedremo ancora... "
Ti credo, ma quando ?
Se non sapessimo invece
che era l' ultima volta,
non avremmo la forza di mentire
da una finestra finta senza luce,
come quelle disegnate sulle case
che mi facevano stare
col naso per aria da bambino,
a spiare quando s' aprivano.
Bussano le prime voci
alle cieche finestre,
ci hai dimenticato,
promesse d' amore vantano primati
di giovinezza, letti di fedeltà...
Inutile difendersi,
nell' amnesia non c'è più poto,
l' assenza era sì un vasto albergo
ma le stanze a poco poco
sono state tutte occupate,
sottoscala e abbaini sono pieni di nomi,
manca solo il mio,
al sole le finestre s' apriranno.
***
L' AMORE CRESCE COME L' ERBA
Non sei mai solo se le cose parlano,
i vestiti smessi nell' armadio,
le penne scariche sul tuo tavolo,
le federe dei cuscini,
il parquet della camera da letto
consumato dai sogni,
l' odore delle stanze che consacra
il ricordo di tante risate,
nelle carni di complici ombre
che si sono nascoste
ma non ti hanno detto dove,
così sarà più ricca la sorpresa;
chissà in un tram che sale
le colline di San Francisco,
o in un traghetto del lago Baikal.
Ti è capitato di sobbalzare
alla vista di sconosciuti
che parevano proprio loro
in giro per il mondo,
ma poi si sono voltati.
La ricerca e l' attesa sono la vita,
tu resta ben fermo dove sei
contano sulla tua fedeltà,
non sei più Orfeo che si volta
per paura che lei non ti segua,
hai imparato,
l' amore cresce senza che tu lo veda,
come non vedi crescere l' erba.
***
SARA' COME CAMBIARE CASA
Partire, andarsene e chiudere
la finestra dell' abituale paesaggio,
e poi sorprenderti da case ancora in piedi
dopo la scossa,
sentire prima un bisbiglio,
poi voci sempre più chiare,
capire che è nata un' altra lingua
e tu la sai.
Ti sfilerai dalla memoria
che va in polvere e sarai Lazzaro
che non ricorda, che non sa più chi è.
Sì, la tua vita, la tua lingua
ti lasciano,
non sarà difficile :
dirai amore ancora,
con una parola nuova.
***
ALLE MIE OMBRE
E' notte, le ombre che ho amato
sono ancora vive, dormono
nei loro letti lontane.
Dormono le mie ombre
e sognando i corpi ne rinforzano
l' oblio col ricordo vago
che anch'io divento.
Chi ho amato ?
Imparo a dimenticarlo a poco a poco,
aiutato dalla memoria di un nome
che si ripete in un altro,
dalle coincidenze di una data,
di un segnale astrale.
Rigetta il corpo un organo estraneo:
a una smarrita identità
preferisce il nulla;
un' ombra cerca la luce
che l' ucciderà;
a una notte eterna preferisce
la vita breve di un amore.
All' alba potrei dissolvermi,
restano poche ore di sonno,
ma ora mi sveglierò
e morendo con me risorgerete tutte,
ombre amate ancora nella notte
in una sola carne.
***
L' OMBRA
Lettore, mi hai chiesto
di portarti con me,
ma dove vado io non puoi venire,
non c'è nessuno - sai -
nella mia pelle.
Vedi che non do ombra,
per quale specchio passeremmo
in due ?
Roberto Pazzi da Un giorno senza sera
C'è un "tanto ci vedremo ancora" profondamente disinnescato dal fatto di non esserci mai visti, perlomeno secondo quei canoni convenzionali conosciuti ai più.. ;)
RispondiEliminaCi sono conoscenze che vanno ben al di là dei canoni...
Eliminap.s. ma il lettore chiede davvero mai di portarci con noi?
RispondiEliminaNon so cosa ne pensasse Pazzi ( e se il suo pensiero corrispondeva ai versi ); per quanto mi riguarda non credo. I lettori mi paiono sempre così di corsa e poco inclini anche ai commenti ; figuriamoci se hanno in mente di condividere le mie emozioni non fosse che per una manciata di secondi...
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