Come Chagall vorrei cogliere questa terra...
" La Sicilia, il suo cuore " è l' unica raccolta poetica che Sciascia abbia mai scritto. I componimenti raccontano - soprattutto - la Sicilia che lo scrittore vede, sente e conosce : immagini piene d' amore per la sua terra, ma anche nitide e amare, che non trascurano il senso di fugacità della vita, il moto perenne del tempo e la descrizione dei luoghi. I versi sono rapidi e incisivi, caratteristica che lo scrittore manterrà immutata nei romanzi che poi scriverà nel corso della sua vita.
Le gru rigano lente il cielo,
più avido è il grido dei corvi ;
e il primo tuono rotola improvviso
tra gli scogli lividi delle nuvole,
spaurisce tra gli alberi e il vento.
La pioggia avanza come nebbia,
urlante incalza il volo dei passeri.
Ora scroscia sulla vigna, tra gli ulivi
per la rabbia dei lampi preghiere
cercano le vecchie contadine.
Ma ecco un umido sguardo azzurro
aprirsi nel chiuso volto del cielo,
lentamente si allarga fino a trovare
la strabica pupilla del sole.
Una luce radente fa nitido
il solco dell' aratro, le siepi s' ingemmano;
tra le foglie sempre più rade
splende il grappoli niveo dei pistacchi.
***
LA SICILIA, IL SUO CUORE
Come Chagall, vorrei cogliere questa terra
dentro l' immobile occhio del bue.
non un lento carosello di immagini,
una raggiera di nostalgie, soltanto
queste nuvole accagliate,
i corvi che discendono lenti;
e le stoppie bruciate, i radi alberi
che s' incidono come filigrane.
Un miope specchio di pena, un greve destino
di piogge : tanto è lontana l' estate
che qui distese la sua calda nudità
squamosa di luce - e tanto diverso
l' annuncio dell' autunno,
senza le voci della vendemmia.
Il silenzio è vorace sulle cose.
S' incrina, se il flauto di canna
tenta vena di suono : e una fonda paura dirama.
Gli antichi a questa luce non risero,
strozzata dalle nuvole, che geme
sui prati stenti, sui greti aspri,
nell' occhio melmoso delle fonti :
le ninfe inseguite
qui non si nascosero agli dèi : gli alberi
non nutrirono frutti agli eroi.
Qui la Sicilia ascolta la sua vita.
***
FINE DELL' ESTATE
Dopo la raccolta, i ragazzi scalzi invadono
i mandorleti : scettri di miseria
le lunghe canne tentennanti.
I loro occhi acuti
s' incrunano tra le rame, scoprono
la nuda mandorla lasciata.
Mi giunge il picchio delle canne,
il lieve tonfo sulla zolla : suoni
dell' estate che muore, dell' autunno
delle piogge e dei poveri.
***
IN MEMORIA
L' inverno lungo improvviso si estenua
nel maggio sciroccoso : una gelida
nitida favola che ti porta, al suo finire,
la morte - così come i papaveri
accendono ora una fioritura di sangue.
E le prime rose son presso le tue mani esangui,
le prime rose sbocciate in questa valle
di zolfo e d' ulivi, lungo i morti binari,
vicine ad acque gialle di fango
che i greci dissero d' oro. E noi d' oro
diciamo la tua vita, la nostra
che ci rimane, mentre le rondini
tramano coi loro voli la sera
questa mia triste sera che è tua.
Leonardo Sciascia da La Sicilia, il suo cuore
Che meraviglia le "nuvole accagliate". Una Sicilia incrinata sul declivio dell'autunno, una terra che espande silenzi e si augura riposo.
RispondiEliminaBelle davvero queste composizioni : non conoscevo Sciascia come poeta e devo dire che è stato un felice incontro...
RispondiElimina( poetico anche il tuo commento ! ).
Forti e secche proprio come sa essere la Sicilia, che tiene cuore e pure ingiustizia.
RispondiEliminaTerra di contrasti, incredibilmente affascinante, così come sono le liriche di Sciascia che la descrivono. Pur non essendo un poeta ( è l' unica raccolta di questo scrittore ), mi piacciono molto queste poesie, più di quelle ai altri autori più accreditati.
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