sabato 5 ottobre 2019

DOMANDE ( Il cammino dell'uomo )

 
 

   " Il ritorno decisivo a se stessi è - nella vita dell'uomo - l'inizio del cammino, il sempre nuovo inizio del cammino umano. Ma è decisivo - appunto -  solo se conduce al cammino: esiste infatti anche un ritorno sterile, che porta solo al tormento, alla disperazione e a ulteriori trappole " .  (  M. Buber )

                           
                             
RITORNO A SE STESSI

(…) Rabbi Shneur Zalman, il Rav della Russia, era stato calunniato
       presso le autorità da uno dei capi dei mitnaggedim ( avversari
       del chassidismo, movimento mistico- religioso nato in seno all'
      ebraismo dell' Europa orientale, n.d.r. ),che condannava la sua
      dottrina e la sua condotta, ed era stato incarcerato a
      Pietroburgo. Un giorno, mentre attendeva di comparire davanti
      al tribunale, il comandante delle guardie entrò nella sua cella.
      Di fronte al volto fiero e immobile del Rav che, assorto, non lo
      aveva subito notato, quest'uomo si face pensieroso e intuì la
      qualità umana del prigioniero. Si mise a conversare con lui e
      non esitò ad affrontare le questioni più varie che si era sempre
      posto leggendo la Scrittura. Alla fine chiese: " Come bisogna
      interpretare che Dio Onnisciente dica ad Adamo : " Dove sei?".
     " Credete voi - rispose il Rav - che la Scrittura è eterna e che
      abbraccia tutti i tempi,tutte le generazioni e tutti gli individui?"
     " Sì, lo credo", disse. " Ebbene - riprese lo zaddik - in ogni 
      tempo Dio interpella ogni uomo:" dove sei tu nel mondo? Dei
      giorni e degli anni a te assegnati, ne sono già trascorsi molti:
      nel frattempo tu fin dove sei arrivato nel tuo mondo?"
      Dio dice per esempio: " Ecco, sono già quarantasei anni che
      sei in vita. Dove ti trovi?".
      All'udire il numero esatto dei suoi anni, il comandante si
     controllò a stento,posò la mano sulla spalla del Rav ed esclamò:
     " Bravo! ".  Ma il cuore gli tremava.  (…)


                                           ***

IL CAMMINO PARTICOLARE

(…) Rabbi Bar di Rodoschitz  supplicò un giorno il suo maestro, il
       Veggente di Lublino : " Indicatemi un cammino universale al
       servizio di Dio! ". E lo zaddik rispose: " Non si tratta di dire
       all'uomo quale cammino deve percorrere: perché c'è una via
       in cui si segue Dio con lo studio e un'altra con la preghiera;
       una col digiuno e un'altra mangiando. E' compito di ogni uomo
       conoscere bene verso quale cammino lo attrae il proprio cuore
       e poi scegliere quello con tutte le sue forze ".
      Questo ci dice innanzitutto quale deve essere il nostro rapporto
      con il servizio autentico che è stato compiuto prima di noi:
      dobbiamo venerarlo, trarne insegnamento, ma non imitarlo
      pedissequamente. Quanto di grande e di santo è stato compiuto
      ha per noi valore di esempio perché ci mostra con grande
      evidenza cosa sono grandezza e santità, ma non è un modello
      da ricalcare. Per quanto infimo possa essere - se paragonato
      alle opere dei Patriarchi - ciò che noi siamo in grado di
      realizzare, il suo valore risiede comunque nel fatto che siamo
      noi a realizzarlo nel modo a noi proprio e con le nostre forze.
      (…).



           Martin  Buber   da    Il cammino dell'uomo


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