" Il ritorno decisivo a se stessi è - nella vita dell'uomo - l'inizio del cammino, il sempre nuovo inizio del cammino umano. Ma è decisivo - appunto - solo se conduce al cammino: esiste infatti anche un ritorno sterile, che porta solo al tormento, alla disperazione e a ulteriori trappole " . ( M. Buber )
RITORNO A SE STESSI
(…) Rabbi Shneur Zalman, il Rav della Russia, era stato calunniato
presso le autorità da uno dei capi dei mitnaggedim ( avversari
del chassidismo, movimento mistico- religioso nato in seno all'
ebraismo dell' Europa orientale, n.d.r. ),che condannava la sua
dottrina e la sua condotta, ed era stato incarcerato a
Pietroburgo. Un giorno, mentre attendeva di comparire davanti
al tribunale, il comandante delle guardie entrò nella sua cella.
Di fronte al volto fiero e immobile del Rav che, assorto, non lo
aveva subito notato, quest'uomo si face pensieroso e intuì la
qualità umana del prigioniero. Si mise a conversare con lui e
non esitò ad affrontare le questioni più varie che si era sempre
posto leggendo la Scrittura. Alla fine chiese: " Come bisogna
interpretare che Dio Onnisciente dica ad Adamo : " Dove sei?".
" Credete voi - rispose il Rav - che la Scrittura è eterna e che
abbraccia tutti i tempi,tutte le generazioni e tutti gli individui?"
" Sì, lo credo", disse. " Ebbene - riprese lo zaddik - in ogni
tempo Dio interpella ogni uomo:" dove sei tu nel mondo? Dei
giorni e degli anni a te assegnati, ne sono già trascorsi molti:
nel frattempo tu fin dove sei arrivato nel tuo mondo?"
Dio dice per esempio: " Ecco, sono già quarantasei anni che
sei in vita. Dove ti trovi?".
All'udire il numero esatto dei suoi anni, il comandante si
controllò a stento,posò la mano sulla spalla del Rav ed esclamò:
" Bravo! ". Ma il cuore gli tremava. (…)
***
IL CAMMINO PARTICOLARE
(…) Rabbi Bar di Rodoschitz supplicò un giorno il suo maestro, il
Veggente di Lublino : " Indicatemi un cammino universale al
servizio di Dio! ". E lo zaddik rispose: " Non si tratta di dire
all'uomo quale cammino deve percorrere: perché c'è una via
in cui si segue Dio con lo studio e un'altra con la preghiera;
una col digiuno e un'altra mangiando. E' compito di ogni uomo
conoscere bene verso quale cammino lo attrae il proprio cuore
e poi scegliere quello con tutte le sue forze ".
Questo ci dice innanzitutto quale deve essere il nostro rapporto
con il servizio autentico che è stato compiuto prima di noi:
dobbiamo venerarlo, trarne insegnamento, ma non imitarlo
pedissequamente. Quanto di grande e di santo è stato compiuto
ha per noi valore di esempio perché ci mostra con grande
evidenza cosa sono grandezza e santità, ma non è un modello
da ricalcare. Per quanto infimo possa essere - se paragonato
alle opere dei Patriarchi - ciò che noi siamo in grado di
realizzare, il suo valore risiede comunque nel fatto che siamo
noi a realizzarlo nel modo a noi proprio e con le nostre forze.
(…).
Martin Buber da Il cammino dell'uomo
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