(…) Se ripercorriamo la storia italiana negli ultimi sette decenni,
incontriamo periodicamente momenti nei quali politici e
intellettuali della sinistra, specialmente comunisti e socialisti,
hanno denunciato il pericolo del fascismo, dove per fascismo
essi non intendevano più soltanto il fascismo di Mussolini e
neppure il neo fascismo dei suoi nostalgici seguaci ed eredi.
Il fascismo di cui parlavano i comunisti e i socialisti era un
nuovo fascismo, mascherato addirittura da antifascismo.
Nel 1951 un autorevole esponente socialista, Lelio Basso,
pubblicò un libro intitolato Due totalitarismi : Fascismo e
Democrazia cristiana , per sostenere che " il vero pericolo di
totalitarismo in Italia non è rappresentato dai nostalgici del
neo fascismo, ma dalla Democrazia cristiana che allora
presiedeva il governo del Paese con Alcide De Gasperi, un
antifascista cattolico che si era opposto al regime fascista fino
alla sua caduta. ( rammento che l'analisi risale al 1951 ed è
ovviamente di parte, n.d.r. ).
Certamente il giudizio di Basso fu condizionato dall'esclusione
dei comunisti e dei socialisti dal governo dei democristiani
dopo il 1947.Ma già all'indomani della liberazione, il 29
Aprile 1945, l'esponente socialista aveva denunciato l'esistenza
di un nemico " più insidioso " del fascismo appena sconfitto,
" cioè il fascismo camuffato e mimetizzato sotto spoglie anti
fasciste e magari democratiche".
Come si può vedere, furono soprattutto i comunisti a mettere in
guardia contro la persistenza del fascismo nell' Italia governata
dalla Democrazia cristiana. Palmiro Togliatti, segretario
generale del partito comunista, sosteneva nel 1952 che " il
fascismo, nel periodo attuale della nostra vita nazionale, è
qualcosa di sempre presente, come pericolo e minaccia che
incombe sopra di noi" perché " il proposito di tornare a una
egemonia reazionaria del vecchio tipo, liquidando anche le
forme della democrazia, è presente nel ceto dirigente capitalistico
in misura più larga di quanto non si creda, nell'interesse della
conservazione sociale in generale e dell'imperialismo americano
in particolare. Per tutto questo il fascismo è tuttora presente
come pericolo e minaccia seria, e bisognerà avere occhi aperti e
animo vigilante per non essere travolti". (…)
Emilio Gentile da Chi è fascista
Nota :desidero precisare ai lettori che l'analisi di Gentile, pur
essendo recente il testo ( pubblicazione dell ' Aprile 2019),
non è applicabile alla politica dei giorni nostri, essendo
troppo consistenti i mutamenti avvenuti in questi decenni e
soprattutto nei tempi recenti.
E che viene qui riportata solo come analisi storica, senza
alcun riferimento ai Partiti politici sulla scena nazionale e
internazionale ( alcuni dei quali sono scomparsi e molti
altri sono di nuova costituzione, tali tuttavia da
stravolgere il panorama socio- politico contemporaneo
dove già diventa arduo definire i concetti classici di
Destra e di Sinistra , le loro peculiarità e le relative
appartenenze.
( f )
Io proporrei una lettura di "piccolo discorso sul fascismo che siamo" della Murgia. Mi pare molto chiaro e sintetico
RispondiEliminaGrazie per il consiglio.
RispondiEliminaDel resto , il discorso mi sembra oggi di grande attualità e urgenza ( purtroppo ) per non prenderlo in considerazione.