Lì dove sei andato
- dopo tanto -
riposa in pace.
E l' " essere" ti sia leggero.
INNIO' frida
E cuan’ che tu sarâs già muart, ma muart
chês tantis voltis dentri une vite
ch’a si à di murî, alore slargje ben i tiei vôi
a la cjavece dal sium
e clame cun te ogni bielece ch’a ti bisugne
e intal rispîr di chel mont, met dentri il to:
cjamine pûr cun pîts lizêre e sporcs
come chei di chel che sivilant al va par strade
ma tant che cjaminant su un fîl di lame fine
e al indulà che tu i domandis
lui, ridint, a ti rispuint
cence principi o pinsîr di fin:
«Jo? Jo o voi discôlç viers inniò»,
i siei vôi il celest, piturât di un bambin.
IN NESSUN DOVE
E quando tu sarai già morto, ma morto
quelle tante volte dentro una vita
che si deve morire, allora allarga bene i tuoi occhi
alla cavezza del sogno
e chiama con te ogni bellezza di cui hai bisogno
e nel respiro di quel mondo, metti dentro il tuo:
cammina pure coi piedi leggeri e sporchi
come quelli di chi - fischiettando - va per la strada,
ma come camminando su un filo di lana sottile
e al dove vai che tu gli chiedi,
lui, sorridendo ti risponde
senza inizio o pensiero di fine :
" Io ? Io vado scalzo verso inniò",
i suoi occhi il celeste, pitturato da un bambino.
Pierluigi Cappello da Azzurro elementare
Profondità e limpidezza ritrovo in questo testo sulla morte, scritto da un poeta che ho tanto apprezzato. C'è una grande freschezza anche nel titolo della raccolta "Azzurro elementare".
RispondiEliminaMi permetto di aggiungere alcuni versi che in questo momento mi sembrano significativi, tratti da uno dei suoi primi libri, "Le nebbie":
"(È quasi sera e un sole rosso sgorga
il cielo scende a rivoli sorpreso
che tutto cada e tutto quanto sorga)"
Grazie!!!
Sia dal testo scelto da me che da quello da te riportato, sembrerebbe che sia a livello della materia che della sostanza spirituale , tutto sia arrivato alla fine, che tutto si concluda. Ma direi che - paradossalmente - è vero il contrario: la fine della materia è quasi sempre una trasformazione che porta nuovi germogli di vita; per quello che riguarda la conclusione del percorso terreno dell'uomo - al di là di ogni credenza e di ogni religione -
RispondiEliminal' essenza di una persona rimane, vuoi nel cuore di chi l'ha conosciuta, vuoi in quello che ha saputo costruirsi intorno ( compresi gli insegnamenti).
Di Pierluigi certo rimarrà - oltre che il rimpianto per la sua persona carica di umanissima sensibilità, ma anche di grande determinazione, il germe di Bellezza di ciò che ha scritto.
Infatti - a proposito del discorso sulla fine - è proprio vero il contrario! E sono i versi di Cappello che me lo fanno pensare dove scrive "che tutto cada e tutto quanto sorga". E' quel "tutto quanto sorga" che mi parla di trasformazione e nuova vita.
RispondiEliminaGrazie ancora!!!
In nessun dove...quindi in nessun luogo conosciuto e a piedi nudi...il non-luogo della morte dove però si muove un respiro profondo.
RispondiEliminaDavvero, sì, in questo non-luogo si va spogli di tutto e senza nessuna difesa: e allora quando muterebbe la nostra vita e le cose che facciamo, e i
RispondiEliminarapporti che intessiamo se solo tenessimo presente che questo è il Destino comune a cui tutti siamo chiamati!