domenica 8 ottobre 2017
IL SALTO ( Elegia per un amico ) 1
(...) Dopo nove giorni che ero tornata da Roma avevo saputo che
Harris era scomparso, sparito già da tre giorni. Non gli
parlavo da un anno.
Era scappato da un ospedale lasciando portafogli, chiavi,
cellulare. La polizia aveva avviato le indagini. non lo avevo
sentito quand'ero tornata, non ricordavo quando l'avevo visto
prima di partire. Sembrava uno di quei rebus da ultima pagina,
completamente estraneo alla New York reale, dove Harris
dormiva nel suo appartamento aspettando che arrivasse il
mattino per chiamarmi.
Dov'è Harris? E' da qualche parte in quell'ultima pagina,
nascosto in una folla di tanti Harris; cammina in mezzo a loro
sul ponte di Brooklyn sotto il sole splendente. E' solo un gioco.
Potrei buttare via il giornale senza risolvere il rebus e non
avrebbe nessuna importanza. Passai la giornata a cercare di
abituarmi all'idea che Harris fosse scomparso dalla vera New
York, che fosse andato dove nessuno poteva trovarlo. Un
giorno non bastava ad abituarsi all'idea che fosse sparito del
tutto. Mi stavo affezionando di nuovo alla città, stavo
ritrovando il mio posto nella folla. Mi sentivo come se il tempo
avesse commesso un errore. La scomparsa di Harris sembrava
non tanto impossibile, quanto semplicemente sbagliata.
Il mattino dopo, poco prima di sapere che Harris era morto,
l'uomo che non era ancora mio marito dormiva vicino a me.
Lo guardai finchè non riuscii più ad aspettare, poi lo svegliai
e dissi : " Harris e' stato ricoverato di nuovo, ma è sparito da
tre giorni e ho paura che sia morto".
Non ebbi paura finchè non lo dissi ad alta voce. (...)
Sarah Manguso da Il Salto ( Elegia per un amico )
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