venerdì 13 ottobre 2017

...IN PROPOSITI DI ADDIO...




               Chiudimi questa mia parola come una palpebra sopra la pupilla...


LA PAROLA ULTIMA

chiudimi
questa mia parola che so l'ultima
come una palpebra sopra la pupilla
...ha lo stupore
di un lungomare dopo una mareggiata
la certezza
che la vita per legge è una sconfitta
...è  così perfetta la sua mancanza della meraviglia
l'illusione
come acqua bevuta dalla sabbia
- sarebbe quasi un tuo dovere
chiudere la palpebra sulla parola
per quanto ha visto e non detto,
ma anche tu
non hai più labbra per dirla.

                                                                          ***


CI HA TRADITI LO SPECCHIO

a pugno stretto e conficcate unghie
che tagliano a sangue
il palmo, passami la carezza
...credo
di averti lasciato anch'io piaghe cristiane
la luce clandestina
che accomuna i rimorsi:
ci ha traditi lo specchio,
le troppo parole a vanvera quando si fanno
fiato che offusca
la grazia interdetta della contemplazione,
il silenzio dell'assoluto
che andò perduto
pur avendoci nel ventre.


                                                                        ***


LA RELIGIONE DEL TATTO

mi chiedi chi sarà
di noi due l'ex voto dell'altro
- ma è un'arte
anche questa:
vivere dubbio e certezza a fior di pelle
a polpastrello
perché esiste la religione del tatto
...per quel nonnulla di epidermide e di unghie
a volte qualcuno finisce
per amare qualcuno.


                                                     ***


SINTESI

essere
come si condensa il fiato
a chi cammina
per le strade nel gelo degli inverni

...e insieme
annodarci dentro lo stesso sacco
messo fuori di casa la sera
senza pensare a chi porta via il superfluo
alla primora
- sul foglio
la mano annota date scadute dove
è subito domani.

                                                                 ***


LA VITA COME UN TEATRO

i desolati leggii sotto i lumi incappucciati
di soprassalto
c'è che la vita
si può sciogliere nel silenzio come un teatro
...un dolore
farsi superficie liquida, ci si abitua
come allo scroscio monotono di una cascata
...naufragare, si può
essere il solo naufrago
proprio mentre la nave fila diritta
...le radici
coi sensi della terra e dell'origine
galleggiano nel profondo come divelte meduse

io guardo quella città
che lungamente mi ha abitato
e non la desidero più,
emana dalle lontane vie, dai palazzi
il respiro lieve
di un bambino caduto
nell'inganno del suo primo amore

vado via
da te in punta di piedi
prima di capire che il mondo è terminato.



           Alberto Bevilacqua   da   Duetto per voce sola





2 commenti:

  1. Ancora una volta ci regali testi bellissimi: questi versi di Alberto Bevilacqua sono splendidi per immagini, ritmo - soprattutto ne "La parola ultima" - e meraviglia di pensiero che si fa linguaggio.
    E nonostante il tema sia "...in propositi di addio" c'è, qua e là, una soffusa dolcezza che ben si accorda all'incantevole "Andante" del concerto di Haydn.
    Grazie!!!

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  2. E' vero: sono molti i sentimenti che a volte si alternano e a volte si intrecciano in queste poesie... ma "...la mano annota date scadute dove/ è
    subito domani ".
    Abbi il mio abbraccio ri- conoscente.

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