lunedì 2 ottobre 2017
L' OSPITE 2
Perso nel fuoco
cercandoti la
lingua, in quella
scatola di casa
già una bara,
gli alberi un
mosaico che ti è
cresciuto addosso
come muschio,
le punte delle
antenne verso
il vuoto.
Sono io che
ti ho succhiato
i polpastrelli, fino
a perderti le impronte
digitali,
che non
mi ritornassi ad
inquinare, che anche
tu non ti riconoscessi
come spenta la luce.
Tra noi la voce non
conduce e arriva, come
phon dentro l'acqua,
ma si ferma come
d'interruttore,
acceso o spento
a casaccio. Noi due
siamo un paese
sotto embargo,
che vive di parentesi e
silenzi, blackouts,
sì che quando la luce poi
ritorna, noi ci si è già
dimenticati cosa dire.
A noi ci lega
un altro ramo
di quest'albero,
una collana di x
non trasversale,
non proprio stesse
uova, anche se tonde.
Ho i tuoi pezzi di
corpo, ma mischiata di piedi
sconosciuti, orecchie nuove,
certo te, ma non tutta:
e tu ti perdi cercando
di te stessa
dentro una faccia
che tu credevi specchio.
Elisa Biagini da L' ospite
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