Il libro dell'amore mi piace quando lo leggi tu...
Parlami con segni con cenni
briciole sul davanzale
ideogrammi di ombre su piastrelle
trattami come un uccello spaventato
come uno squilibrio nel tuo perfetto
ordine di conti chiusi;
rincuorami, ridammi sede
nel petto acceso e non
questo parcheggio sotterraneo
in cui vivo sola senza discorsi
per i cosiddetti vivi, senza ponti.
Sono matassa di smarrimenti
senza disegno, sono calce
viva sotto pelle
di tamburo che vibra
a ogni sfioramento sono
bambino sbucciato
corso via perdutamente e poi caduto
a terra, come sparato
al cuore. Su questi frammenti
soffia parola viva
vispa abitata da api
della luce. Io sono lì
nel tuo pugno
a prendere il sole
pianissimo
per non svegliarti.
Rispondimi,
rispondi con l'asino
che cammina quieto
nella vigna, rispondi
col semaforo che resta rosso
come il sangue,
nonostante tutto,
vivo;
rispondimi con gocce
che bussano ai vetri
bucato che cade in cortile
vaso che va in mille
pezzi felici, rispondimi
con impeto, non avere l'esangue
misura dei vivi, cosiddetti.
Io farina
tu pane
io goccia
tu sete
io orlo
tu veste celeste.
Scambiami per un tuo
pensiero, un difetto
nella tua smemoratezza,
un inciampo.
Inciampa in me
come in un parente avvinghiato.
Sei chiave musicale,
orchestri le variazioni
della mia anima
dentro la giornata,
non essere adagio sostenuto
e tanto meno moderato,
almeno allegro ma non troppo
oppure adagio ma non tanto e dolce
o andantino con moto,
magari presto, andante di molto.
Finale ( allegro vivace):
sono viva
e sono sola.
Chandra Livia Candiani da Nuovi poeti italiani
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