giovedì 17 novembre 2022

LE FIGURE AMATE DI TOSCO

 


                                                      Che voglia di piangerti meglio...



Opera prima di poesia di Orso Tosco, Figure Amate è un libro potente e drammatico, una lettura di ciò che la vita restituisce quando la fine è prossima, quando dolore e amore si inseguono senza tregua e imparano a stare insieme. E' un diario in versi, dove gli aghi e le parole si confondono e una poesia che fa i conti con un amore irrimediabile, che è insieme dolore che non concede vie di fuga.





Che stanchezza da  pane dimenticato

in queste stanze di sonno breve,

in questo sonno a morsi amari

che voglia di piangerti meglio.



                                         ***


Allora è così che nascono i morti. Così.

Da queste mani di fiore

con queste spugne zuppe d'acqua e acqua di occhi.


A filo di labbra.


E come sono cresciute bene

le pesche e le rondini e le nebbie

e  come deve essere felice e orgogliosa l'estate

con tutte le urla a farle da cornice e la luce ingiusta

che si fa giusta mano a mano che passa.


Sbadati e gentili, nascono i morti.

Mai l'avresti immaginato. Ci sta tutto il cielo sul tavolo. Cola.



                                        ***


Non smettono il giorno e la notte

di andare e confondere, di sbranarsi.


Qualsiasi parte di te è nella lucentezza

nera e pulsante che occupa il sole

in qualsiasi momento ma non abbastanza.


Abbiamo tentato, tu più di tutti.


Puoi lasciare adesso, puoi lasciare

se sei stanco, se sei troppo stanco

per il troppo male, puoi lasciare.



                                             ***


QUESTA LUNGA PREGHIERA DI STRACCI


Dobbiamo attraversare l'odore della caduta

padre mio caro, dobbiamo superare la luce sudata

da queste ghiandole aspre e riposare,

indossando maschere affilate.

Con i piedi dobbiamo suonare la musica dei bronchi,

la musica dei corridoi in cui l'aria esplode e delira

e dobbiamo eseguire la lacrima breve

che ha un'anima di catetere.


Ti guardiamo nascondere la testa

nel cuore esatto del collo, 

e ti guardiamo fallire e restare,

fallire e restare meravigliosamente,


con tutto lo sforzo di cui sono capaci

l'aria e la pioggia improvvisa

in questo tuo talento per la vita

così orribilmente testardo.


E dobbiamo continuare questa lunga preghiera di stracci

mossi dal vento e dal ritmo delle pastiglie,

questa lunga preghiera cucita negli occhi

e sui cuscini e nella bava; dobbiamo, padre mio,

dobbiamo superare la composizione dei conati,

andare tra le costole e i punti neri del soffitto,

con la bocca piena di sedie e sgabelli e lacci,

padre mio caro legato,

dobbiamo perdonare i grammi e le ricette,

dobbiamo provare ogni tipo di rinuncia

e dobbiamo farlo insieme, padre mio amato

e visitato e parlato, bisbigliato e stanco,

è insieme che dobbiamo farlo

perché è insieme che abbiamo iniziato.



                                                    ***


VERSO L'ALTRA CASA


Non entra e non esce l'acqua,

resta compressa dentro un nido di vespe

sigillato di piombo fuso e tosse.


Ti veniamo incontro a gengive aperte

per parlarti della casa in cui dobbiamo andare.


La casa a cui dobbiamo consegnarti per sempre.




                       Orso Tosco   da       Figure amate



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