Che voglia di piangerti meglio...
Opera prima di poesia di Orso Tosco, Figure Amate è un libro potente e drammatico, una lettura di ciò che la vita restituisce quando la fine è prossima, quando dolore e amore si inseguono senza tregua e imparano a stare insieme. E' un diario in versi, dove gli aghi e le parole si confondono e una poesia che fa i conti con un amore irrimediabile, che è insieme dolore che non concede vie di fuga.
Che stanchezza da pane dimenticato
in queste stanze di sonno breve,
in questo sonno a morsi amari
che voglia di piangerti meglio.
***
Allora è così che nascono i morti. Così.
Da queste mani di fiore
con queste spugne zuppe d'acqua e acqua di occhi.
A filo di labbra.
E come sono cresciute bene
le pesche e le rondini e le nebbie
e come deve essere felice e orgogliosa l'estate
con tutte le urla a farle da cornice e la luce ingiusta
che si fa giusta mano a mano che passa.
Sbadati e gentili, nascono i morti.
Mai l'avresti immaginato. Ci sta tutto il cielo sul tavolo. Cola.
***
Non smettono il giorno e la notte
di andare e confondere, di sbranarsi.
Qualsiasi parte di te è nella lucentezza
nera e pulsante che occupa il sole
in qualsiasi momento ma non abbastanza.
Abbiamo tentato, tu più di tutti.
Puoi lasciare adesso, puoi lasciare
se sei stanco, se sei troppo stanco
per il troppo male, puoi lasciare.
***
QUESTA LUNGA PREGHIERA DI STRACCI
Dobbiamo attraversare l'odore della caduta
padre mio caro, dobbiamo superare la luce sudata
da queste ghiandole aspre e riposare,
indossando maschere affilate.
Con i piedi dobbiamo suonare la musica dei bronchi,
la musica dei corridoi in cui l'aria esplode e delira
e dobbiamo eseguire la lacrima breve
che ha un'anima di catetere.
Ti guardiamo nascondere la testa
nel cuore esatto del collo,
e ti guardiamo fallire e restare,
fallire e restare meravigliosamente,
con tutto lo sforzo di cui sono capaci
l'aria e la pioggia improvvisa
in questo tuo talento per la vita
così orribilmente testardo.
E dobbiamo continuare questa lunga preghiera di stracci
mossi dal vento e dal ritmo delle pastiglie,
questa lunga preghiera cucita negli occhi
e sui cuscini e nella bava; dobbiamo, padre mio,
dobbiamo superare la composizione dei conati,
andare tra le costole e i punti neri del soffitto,
con la bocca piena di sedie e sgabelli e lacci,
padre mio caro legato,
dobbiamo perdonare i grammi e le ricette,
dobbiamo provare ogni tipo di rinuncia
e dobbiamo farlo insieme, padre mio amato
e visitato e parlato, bisbigliato e stanco,
è insieme che dobbiamo farlo
perché è insieme che abbiamo iniziato.
***
VERSO L'ALTRA CASA
Non entra e non esce l'acqua,
resta compressa dentro un nido di vespe
sigillato di piombo fuso e tosse.
Ti veniamo incontro a gengive aperte
per parlarti della casa in cui dobbiamo andare.
La casa a cui dobbiamo consegnarti per sempre.
Orso Tosco da Figure amate
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