mercoledì 23 novembre 2022

IL BAROCCO DI PICCOLO & DI MONTEVERDI



                                              Oh le stormenti stagioni attorno ai volti...




I versi di Lucio Piccolo - densissimi - sembrano essere il frutto di una costante tensione metafisica e di una sofferta interiorizzazione dei miti del paesaggio siciliano, scritto come parte decisiva dell'anima e reso come prossimo a una rovina più cosmica che storica. Il canto, modulato in una lingua preziosa, è una continua fluttuazione fra il protagonista lirico e la realtà circostante.




Le sognanti, lontane ombre che sono

dietro le tue parole questa notte,

fantastiche o dolenti le portava

la corrente dei giorni, il vento che apre

i colori, ed ognuna il suo segreto

di dolore o di gioia che il destino

segnò e il buio chiude;

e ancora altre ne chiami

che dileguando diedero un'impronta

di lume : la promessa di un ritorno;

mani che schiusero i riposi,

occhi che riflettevano i meriggi

sotto i rami, le foglie della vite

che il raggio fa vivaci, oh le stormenti

stagioni attorno ai volti, le ore

che scendevano a noi come in dolcezza

umana fatte miti da uno sguardo;

viva siepe, riparo che fa

sicure in cerchio notti, albe, tramonti,

e come pienamente

rispondevano a ogni sole

che mai le avrebbe, mai sfiorate il rombo

del mistero; ma in fondo a ogni svolta

è il dolore, la cenere che tocchi

si riga: brace e sangue.

E sul quadrante gira un segno

indietro lascia la vacua spirale

dove l'anima è presa, e fuori attorno

ferma è la notte come una memoria

di sempre; sul piano

pietroso che sovrasta al mare basse

macchie di luna e cespi,

tarde stuoie dii nuvole e un'ansia

sale d'ignoto, ricade; respiro

dell'aria scorre tra le gole, tocca

la paglia sotto il ponte, alle pareti

della cava risale e sopra i margini

si cela tra le foglie degli ulivi.



                                         ***


MOBILE UNIVERSO DI FOLATE


Mobile universo di folate

di raggi, d'ore senza colore, di perenni

transiti, di sfarzo

di nubi : un attimo ed ecco mutate

splendon le forme, ondeggian millenni.

E l'arco della porta bussa e il gradino liso

di troppi inverni, favola sono nell'improvviso

raggiare del sole di marzo.



                                        ***


I GIORNI


I giorni della luce fragile, i giorni

che restarono presi ad uno scrollo

fresco di rami, a un incontro d'acque,

e la corrente li portò lontano, 

di là dagli orizzonti, oltre il ricordo,

la speranza era suono d'ogni voce,

e la cercammo

in dolci cavità di valli, in fonti -

oh non li richiamare, non li muovere,

anche il soffio più timido è violenza

che li frastorna, lascia

che posino nei limbi, è molto

se qualche falda d'oro ne traluce

o scende a un raggio su la trasparente

essenza che li tiene -

ma d'improvviso nell'oblio, sul buio

fondo ove le nostre ore discendono,

leggero e immenso un subito risveglio

trascorrerà di palpiti di sole

sui muschi, su zampilli

che il vento frange, e sono

oltre le strade, oltre i ritorni ancora

della luce fragile, i giorni...




                     Lucio  Piccolo  da   Gioco a nascondere, canti barocchi e altre liriche



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