martedì 22 novembre 2022

EROS E POLIS DI CLAUDIA





                                      La battaglia era persa. Forse la guerra...





TI POTREI PARLARE DELLA VITA


Ti potrei parlare della vita, di quella volta

che sono stata Dio nella mia pancia, ti potrei dire

di come sia facile confondere

ragnatele con amore e come fa paura

solo ciò che non si conosce. Sulla morte

ho scritto un libro, forse lo leggerai,

ma non è un testo importante. Potrei anche

valutare qualcosa di artistico

o di formale. Che tempo fa da te oggi? Poi

potrei mandarti una canzone

di Cohen, con dentro tutto quello

che una donna desidera sentire.

Se conoscessi la risposta, potrei spiegarti

perché corro, della fretta che ho

di arrivare in fondo. O potrei anche

smettere di parlare e rimanere a lungo

in ascolto della tua voce, senza respirare.



                                          ***


LA GOCCIA


Cercando il contatto sul proprio terreno, si smarrì nell'ego di lui,

la battaglia era persa, forse la guerra. Era finita?

Volarono alte le gru sulle torri portando sudari.

Il vuoto

colmo della luce bianca di Dicembre era

invitante

punto di separazione degli sguardi. E dei corpi.

Soprattutto dei corpi,

ché quello era il dilemma : recidere

i lacci delle pelli accarezzate, dei ventri sfiorati, delle cosce battute,

delle lingue abbattute, degli orgasmi irrisolti, degli occhi ridenti e dei denti

raschianti.

La goccia.

La pioggia simulò una lacrima.

Si insinuò dove la lingua si era insinuata molte volte,

troppo poche

ancora.

Si sciolse in sapore di ammoniaca dolce, la stordì.

La accecò. E in cecità, e in sapore seppe.



                                    ***


INCHIOSTRO E CARNE


Ci avvinghiamo 

a un'illusione di eternità, ci appendiamo

a un trasporto, a una sponda d'alba,

a una passione di tramonto, cerchiamo

l'ispirazione per danzare,

la tensione per tenere

inchiostro e carne insieme

in questa farsa

d'esistenza. Con finta noncuranza

mentre ci disfaciamo, discutiamo

di cremazione,

di disperdere ceneri di carta

al vento. Con finta attenzione

ci dedichiamo

ad opere di riproduzione,

impotenti seguiamo

la corrente. Ci rintaniamo

sotto i primi scogli.

Ci ha partorito il mare : siamo

seppie, e delle seppie gli ossi.



                                           ***


TI SENTO


Ti sento. Posso sentirli chiari i tuoi pensieri,

certezze, cavilli, paure folli, tentazioni. Sento

l'intoppo della pastiglia in gola, il fluire

denso della bile nelle viscere, il pulsare

del tuo pollice schiacciato. Sotto il tuo peso

lo scricchiolìo del divano, lo schiocco 

delle nocche e il lampo di dolore nella schiena,

i turbinii degli emisferi, il sibilo anomalo

del respiro nel sonno. E ancora

nei miei palpiti ti sento, chiaro.



                                            ***


SOMIGLIANZE


Ti assomiglia,

ti ha detto piangendo.

Guardando

sei centimetri

di ecografia.





                  Claudia  Zironi    da      Eros e polis



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