LINEAMENTI
Nella tua voce ci sono
screpolature, baratri segreti,
altezze che svaniscono
e oscure foglie
e nel tuo viso
nell' equilibrio precario
si cela l'inspiegabile allegria
delle cose vive.
***
SUL COMODINO VICINO ALLA SVEGLIA
Fa' che io oggi stia zitto, che non sappia che dire
o che nel momento preciso
non trovi le parole
o che prima di parlare ci ripensi
e non dica niente.
O se inavvertitamente mi scappa
di aprire bocca, fa' che la mia voce
sembri estranea, o dimessa
tra i rumori dell'esistere
o delle consuetudini.
Poi alla fine della giornata, fa' che
mi rimanga un'intima consapevolezza :
oggi non ho molto di cui pentirmi,
oggi non ho perso molto. Se oggi c'era
qualcos'altro nell'aria, per un momento
mi è rimasto tra le mani.
Oggi è uno di quei giorni
in cui sono stato attento.
***
INASPETTATAMENTE
Tienile a bada, non lasciarle alla deriva
le spine, quelle del malessere
che ci cresce tra le dita
e dopo decanta tessendoci giardini,
o sotterfugi sugli occhi.
Inaspettatamente si curvano sulla voce
e ci troviamo a parlare di cose intime
senza volerlo.
Sono le parole più familiari quelle che ci scivolano dalle mani.
Raggirale, mettile di traverso, fa' che stiano strette tra loro.
Sono anche la blandizia, il conforto
che ci riporta all'infanzia, tra diserzioni e quel respirare
rotto che in certi momenti zittisce tutto intorno a noi.
A volte si cancellano, intimamente,
si svuotano, sono mani piene di parole rotte :
sono la lealtà del salto, l'animale che si acquatta
che aspetta e sa aspettare.
Ma sono anche i silenzi pieni
in quei giorni non posseduti,
in cui la vita si affretta, stringe il passo.
Ci calano fino alle ossa
relitti, o rimasugli o acute certezze. Insisti! Dicono.
Sono la forma paziente dell'acqua, che si ripete
monotona sullo scoglio
e il lento parsimonioso cedere
del minerale eroso e incrollabile.
Trattale con cautela, non sono malleabili,
angolose si sbrecciano con facilità,
fiutano le cose che meglio conosciamo
che ci sono più intime, le feriscono
e rimangono accanto alla ferita
quasi con dolcezza.
Sono quelle del disagio, dell'inadeguatezza
perseverante, tenace, i gesti contenuti
a stento come se all'improvviso temessimo
svelarci, esporci ad altri sguardi.
I gesti che mentono quando parliamo
e che parlano quando mentiamo.
José Carbonero * da Nervature ( Trad. di M. Lecomte )
* L' autore, nato in Venezuela da genitori italiani, è conosciuto, oltre che come poeta, come apprezzato musicista oboista e professore d'orchestra a livello internazionale.
Nessun commento:
Posta un commento