Ora posso guardare la mia morte nei tuoi occhi...
PRIMA
Mia madre ha ripetuto il suo nome in me
non per mancanza di immaginazione ma per amore agli specchi
dove lei trova il suo corpo
in un equilibrio che pensava di aver dimenticato.
Quando mi chiama
la sua voce trasforma la mia persona in un'eco
in una ripetizione cantilenante
una serie infinita di specchi
riproduce la mia sagoma fino all' indicibile
svuotandomi
polverizzandomi.
Quando mia madre mi chiama
sta chiamando se stessa
e alla fine nessuno sa chi è chi in questa casa.
***
I SUOI OCCHI
Non c'era nulla dietro i suoi occhi
solo un mare senza movimento,
un mare
di acque scure
con pesci che nuotano a rallentatore
e sirene sminuzzate
in un fondo senza fondo,
tra montagne schiacciate
che una volta furono
remotamente
animali che il tempo estinse.
I suoi occhi nonostante tutto
cercano in me
un altro mare
simile e distante
per accarezzarlo con il suo sguardo.
***
GATTO DAVANTI ALLA FINESTRA
Il mio gatto crede che nella finestra ci sia molto da guardare.
La finestra con quel mondo ristretto che si porta dentro
rimane in silenzio.
Il vetro
tuttavia
riflette il corpo del mio gatto
che guarda e guarda,
so che pensa che se il mondo fosse così grande
come la gente suole credere
non ci entrerebbe in quel miserabile rettangolo.
La luce è buona
per il gatto e per il mondo:
li riflette entrambi.
Senza il vetro nulla di tutto questo sarebbe possibile.
***
COME QUESTA POVERA GENTE
Come questa povera gente che
ripetutamente
ritorna
alla loro casa allagata,
ritorno a guardarmi allo specchio:
i miei occhi,
che non vogliono vedere, vedono
l'ampiezza del mio viso
il coraggioso gesto della vita
che cade lungo i bordi delle mie sopracciglia;
causa ed effetti si inanellano
con totale impunità :
la vita è un tulle che lascia vedere
le tracce di un transito in vertigini infinite.
***
VENTI D' AUTUNNO
Cominciano ad arrivare
i venti dell'autunno,
giungono prima dell'autunno
come deve essere, quei venti
scuotono le pareti
di questa mia casa
che li attende
ancora prima che si facciano sentire
tremare, borbottare, tremolare,
pareti e tetti rimangono avvolti nei loro scuotimenti.
Il futuro ha spiegato le sue ali al presente
mentre il passato si è reclinato nell'appoggio
di ciò che mai si ripeterà.
Il vento mi racconta che l'autunno verrà a sdraiarsi
sul tetto di casa mia
come un gatto.
Tutto va bene ora
che il futuro ha spinto i suoi venti fin qui.
***
CONGEDO
Mettesti la mia mano sul tuo petto
e chiudesti gli occhi :
la mia mano rimase dentro il tuo petto.
Dall' altro lato dei tuoi occhi
la mia mano accarezzò la tua memoria
parsimoniosamente
la mia mano affogò nella tua liscia memoria
poi qualcuno fischiò nel corridoio
la sera levigò i suoi margini,
dire addio è facile
quando il silenzio avvolge la vita
senza limiti
il silenzio è un piccolo dio
che rende il nostro congedo un luogo di arrivo:
ora posso guardare
la mia propria morte nei tuoi occhi
la vedo inerpicarsi sul bordo del mio nome
e ci protegge entrambi.
Irma Verolin Poesie tratte da raccolte diverse ( Trad. di M. Filippi )
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