Di tutto questo naufragio si salva forse un bambino...
I POLAROID
mi guardi dalla fotografia
ma io non so scrivere nella tua lingua
di cosa si chiamava bambino
ed era viaggio di vento, irruzione
nel nuovo giorno, il calendario
scandalo
incontrarti oggi in uno specchio di carta
mi ha fatto tremare le mani
perché ti ostini ad accompagnarmi di nascosto
all'uscita di ogni galleria
quando insieme per la sorpresa ridiamo
di fronte a un'improvvisa voragine di luce.
***
DURANTE IL NAUFRAGIO
di tutto questo naufragio si salva forse un bambino
che seduto sul pallone
nelle pozze dell'asfalto
vede riflesso il cielo come un canto
se potessi gli direi guarda che sei ancora in tempo
saltala quest'acqua
ora che è solo una linea
girati, e guardala come s'ingrossa
l'onda alta delle nubi sui palazzi
e come mi chiude gli occhi, adesso
e come sfuma la risata
di te che corri, e della
polvere.
***
OGNI VOLTA CHE RITORNO
ti avvolgo
in uno spargimento di silenzio
guardo il vento attraversarti, come un
fiume, caduto
fra i disegni delle urla nella pelle
così ci teniamo nel vuoto
dove le pareti quando crollano
non fanno alcun rumore
e il guscio vuoto dell'insetto
la città sommersa
abitiamo.
***
MADRE
non è corretto
e non è poesia
raccogliere un dolore
per scrivere parole
se stai piegata in due dentro la stanza
al primo piano della casa abbandonata
mentre urli al bambino
che scappa, e cade per le scale, e si nasconde
nel buio ascolta
il latrare del tuo male
che sfonda il tetto.
***
ALLENARSI A DIMENTICARE
mi aspetti in cima alla salita
dove finisce il bosco
e la luce inizia
a scolorirti
mi mostri una coda di lucertola
che si muove ancora
e dici tanto poi gli ricresce
come noi
insistiamo a vivere
quello che perdiamo
e subito cadi fra le cose
che accettano di arrendersi
perché solo quello che si spegne
risplende.
Massimiliano Damaggio da Io scrivo nella tua lingua
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