Ti duole ancora d'avermi creduto...
Tu cercavi un compagno. Ti duoli
ancora d'avermi creduto.
A notte - tardi - tu resti sola,
mi gridi un saluto, mi guardi
sparire con dolore sulla strada antica.
Pesto gli acini di mica sul pietrisco
della collina ( e le siepi son folte di baci
sulle dita ).
Chi ama non riconosce, non ricorda,
trova oscuro ogni pensiero,
è straniero a ogni evento.
Mi sono accorto più tardi
di tutti gli anni che l'aria
sul colle è già più leggera,
l'erba è tiepida di fermenti.
Dovevo arrivare così tardi
a non sentire più spaventi,
pestar aride stoppie, scavare
secche murate, coprire la noia
come uno specchio col fiato.
Sono un uccello prigioniero
in una gabbia d'oro. La selva
variopinta è senza colore per me.
L' anima s'è trovata la sua stanza
intorno a te.
***
Ci piace l'aria sfatta
la derelitta quiete sulla plaga;
il volo basso degli uccelli migranti
tra ceste di alghe, lacere
spoglie di velieri.
Oltre il labile vespro
qui sostano gli amanti pellegrini
dove ogni sera una fioca
speranza li trascina di là
dai ponti a una riva di acquitrini,
passeggeri sospinti senza requie
sulle arene impassibili.
***
Una pioggia di cenere, il bagliore
dei fari sulle piante semprevive :
questa sera più tenera ti serra
la querela di parola perdute
a un caro braccio, a un'ombra
che t'avvicina. Al buio
stenti a trovare la traccia
d'una strada sepolta e una pervinca
nel fumo della nebbia; raso
terra una luce pungente
spunta ai bordi del salvagente.
***
Spuntano gemme dai salici appena
estinta è la luna di dicembre.
Di là dal colle non potrai tornare
in quest'aria delusa sulle braccia
che luce come il sale.
***
Si fatica per anni
a sciogliere i nodi
a dare un'immagine
favolosa e una ciocca
illeggibile di segni perduti.
Leonardo Sinisgalli da Tutte le poesie
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