La pelle si grana e l'acqua non purifica,
non ripara, non è più ritorno vitale:
corpo lattiginoso reclama muto.
E' sempre stata questa la fronte,
le mani, questo il neo sul collo.
Non potrei giurarlo.
L'oblio non è definitivo.
***
Spiegarono, grosso modo così :
quello di sua figlia è uno spettro di ereditarietà
mal smaltito. Un principio
di psicosi. Ne soffriva anche
la zia, il padre, il fratello.
E' ormai certo che un giorno
sfidò il buio come un gran
nemico, seminando il piscio
come acquasanta. Quando
la notte, al Grimaldi, la " sana",
la madre, le restò a fianco,
capì quanto il principio
possa essere uno scandalo.
***
Il desiderio è fastidio,
e la verità del corpo
copre solo insidie silenziate :
non puoi toccarmi.
Smarginature oltre la solidità del pensiero,
librarsi sulle mura prima di abbatterle,
ridursi a ossa, pelle e sangue:
a verità che non sappiamo dire.
***
La radice profonda della follia
è una madre che sbatte le porte
e martella la terra vergine
del cranio: il futuro mattatoio
da versare in altri corpi.
Vorrei strapparti
da quell'insonnia mortuaria degli occhi,
calmare il battito ammansendo le vene,
rigare dritti nel viale di ciottoli e limoni,
se è ancora possibile un mezzogiorno.
***
In quale pozzo fu benedetto, gli chiedo
sfiorando con paura l'assenza del mito,
il non approdo in cui si inarcò il vagito.
Per le lunghe scale è l'eco la dimora
dell'orco, più su la campana cinerina
dell'infanzia , l'odore acre del limone -
incredibile credersi salvi.
Tu respingi le due braccia tese
nello sforzo di separare i lembi.
Tu vuoi l'intero nella crepa.
Giorgia Esposito da Smarginature
Dalla Gialla di Pordenonelegge
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