Le mani accecate dal sapone
non sanno chi andranno a salvare
se un coltello o una tazza
l'appetito o la pienezza.
Meglio una fitta nell'equilibrio
che la fermezza nell'abbandono
e si deforma lo scolapiatti
per accogliere tutti.
***
Un rettangolo di cotone
tra il legno e la fame
e nutrirsi senza strozzare con le mani
è ricomparire dalla parte degli uomini.
Due volte in un giorno
la memoria diventa indirizzo
e sono le briciole ai lati dei piatti
il numero civico dei nostri ritorni.
***
Il corpo si costituisce
otto ore a notte
e la pena si sconta su un fianco
diventando la metà di un uomo.
E' trapianto la parte mancante
in chi è spezzato dalle onde
e ha per linea di galleggiamento
la cicatrice di uno scudiscio.
***
La panchina gigante
nell'ultimo verde a Careggine
e seduto senza piegare le ginocchia
svelo le suole alla montagna.
Tutte le vite calpestate
dal peso di un'omissione
si dimettono dal precipizio
e si stringono al mio corpo.
L'infinito esige radunanza
per non svanire nel nulla
e qui non bastano due pupille
a reggere i boschi e le stelle.
***
L'ultimo spenga la luce
dietro il muro delle spalle
ma la luce è distante da tempo
e la pietà si avvezza al buio.
Concediamoci di dire:
l'ultimo accenda la luce
e l'attesa nelle penombra
primo piano di scintilla.
Luca Bresciani da Linea di galleggiamento
Dalla Gialla di Pordenonelegge
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