sabato 20 luglio 2019

LE CATENE DI MARIELLA

 
 

                                                             Sono a me parola sufficiente…


Con i piedi del chissàquando
per le strade del chissàquando
fiocchi di neve
sulla balaustra del silenzio

rilassato silenzio del sogno
la salita alla luna
fiancheggia una risata dell'eterno
luce corrotta

e piange lacrime
icaro
lacrime

mio fratello di latte
che abiti come me
tra i rami sottili
del tempo

la mia parola si deforma
e diventa mano della luna
nastro il tuo
orecchio dell'anima

un canto vasto come la notte.


                                       ***

Niente,
in nessun luogo.
C'è ancora rumore
di sventura nella testa,
e sulla mappa del cielo
io non sono presente.

Mai è stata primavera,
sussurrano le voci di cenere,
sulla bilancia del linguaggio
sono una parola senza peso
e trafiggo il tempo
con occhi armati.

Futuro?
Non assolve
me, nata sghemba.
Vieni, dice,
la morte è un ciglio
sulla palpebra della luce.


                                        ***

Un cuore smerciato
un cuore che non piange.
Dove sono finite le lacrime
dove il lutto per il
gioco ancora arrotolato?

Non appartiene a nessuno
questo cuore
non è stato strappato a un corpo
non c'è nostalgia in vista.

Un passo di parata taglia
pensieri e terreni:
così vai anche tu

con un amen masticato eternamente
nello sguardo
pensa alla povertà
come materia infinita del cielo
riuscita per sempre.


                                       ***

Stiamo separati di fronte al mondo,
ognuno incatenato alla sua ora,
i nostri cani vanno a toccare un ieri,
quante volte e senza conseguenze?

Nebbia avvolge quel laggiù privo di sponde
nebbia si appoggia sulla mia spalla,
diventa pesante, più pesante, diventa pietra.

C'è una sola parola captata origliando
che voglio cavare fuori e conservare,
perché resti indietro una ferita aperta,
a mia consolazione, una via nel domani.

Bastava la speranza? Allora sperate con me,
voi tutti soccombenti.
Spera anche tu,
mio cuore,
un'ultima volta.


                                   ***

Ancora ti prospera il fogliame intorno
al cuore
e una fresca presa di sale
impregna il tuo sguardo.

Di me nessuno vuol sapere,
di chi io sia la spezia
e di quale amore la durata.

Spesso canta il lupo nel mio sangue
e allora l'anima mia si apre
in una lingua straniera.

Luce, dico allora, luce di lupo,
dico, e che non venga nessuno
a tagliarmi i capelli.

Mi annido in briciole straniere
e sono a me parola sufficiente.
Effimero, mi dico,
perché presto cesserà ogni annidare

e scorre via il resto di ogni ora.



                Mariella  Mahr    da    Ognuno incatenato alla sua ora





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