" Multa renascentur quae iam cecidere…" ( Orazio da "Ars Poetica" )
(…) Le mie scuse ad Hanna Arendt: non l'ho plagiata, ma l'ho
parafrasata,e da una distanza intellettuale che non ho difficoltà
a definire siderale.
Il suo libro La banalità del male mi ha colpita, come ha colpito
tutti quanti, ma anche perché sono una criminologa e ho quindi
abitualmente a che fare con uomini che uccidono colei che
amavano o dicevano di amare, o con donne che, contrariamente
alla sacrosanta aspettativa dell'amore e delle dedizione
materna, ammazzano i loro bambini.
Perché lo facciano è una domanda che i criminologi si sono
sempre posti e a cui hanno dato risposte diverse: la malattia
mentale,la disperazione o magari la cattiveria; perfino la
superficialità.
Quel che invece non sono mai riuscita a capire e su cui continuo
a interrogarmi, è come possa accadere che un intero popolo o
comunque centinaia di migliaia di persone possano condividere
il male estremo. Non sono mai riuscita a comprendere come
persone dalla vita normale che la mattina si alzano, fanno
colazione, baciano i loro bambini, portano a spasso il cane e
vanno a lavorare poi. da un momento all'altro, si dilettino nello
sterminio dei loro simili, o colludano con chi stermina.
Come ebbe ad affermare Arendt nel suo celebre libro : " Una
mezza dozzina di psichiatri lo aveva dichiarato " normale"...
Ma il guaio del caso di Eichmann era che di uomini come lui
ce n'erano tanti, e che questi tanti non erano né perversi né
sadici, bensì erano - e sono tuttora - terribilmente normali.
Persino i torturatori studiati da Conroy ( vescovo irlandese del
XIX sec. ) in diversi contesti geografici e politici non sono
distinguibili dalla popolazione generale ,e " atti indicibili "
possono essere commessi da " persone comuni ". (…)
Isabella Merzagora da La normalità del male ( La criminologia dei pochi e la criminalità dei molti )
È un mistero. Ma forse il problema è proprio la "normali6" che non esiste.
RispondiEliminaSe ci ponessimo a disquisire sul problema del Male in campo filosofico e teologico, credo che avremmo argomenti almeno quanto il tempo che ci ha preceduto in cui questo tema è stato dibattuto, analizzato, sviscerato.
EliminaHo postato questo testo, come dire per " completezza di informazione " in quanto anche la criminologia, scienza certamente più " giovane" si occupa nella nostra epoca dello stesso problema.
Ma faccio mia l'affermazione di Jung, che al proposito, dice : " Occorre che l'uomo ( come genere e come singolo ) si renda conto che l'essere umano è capace ( contemporaneamente ) delle azioni più eroiche e sublimi nonché dei più orrendi misfatti".
E perché lo faccia - come dici tu - fondamentalmente rimane un mistero.
Grazie per la visita.