lunedì 1 luglio 2019

IL MAIALE 1

 
 

                                Ma se è destino morire scannati, voglio pure farvi beati…


(…) I maiali suscitano in noi meraviglia e apprensione. Ci attirano
       e repellono al tempo stesso. E' tutt'altro che semplice riuscire
       a collocarsi alla giusta distanza, trovare il giusto grado di
       prossimità. I confini che separano il maiale dall'essere umano
       rimangono indistinti, confusi e i rapporti tra le due specie
       risultano improntati all'ambivalenza. Si potrebbe dire che i
       maiali sono troppo simili e insieme  troppo diversi da noi. A
     volte ci appaiono addirittura come un doppio dell'essere umano,
     senonchè quando ci fanno da controfigura, è sempre per
     incarnare l'estraneo che ci portiamo dentro. I maiali sono un
     ottimo esempio di quello che Freud chiamava il " perturbante ",
     quel non so che di sinistro che si annida nelle pieghe dell'
     esistenza quotidiana e che tendiamo a rimuovere, celare,
     dissimulare. I maiali sono troppo  simili e troppo diversi da noi.
    Secondo una superstizione popolare,imbattersi nel proprio sosia,
    è un presagio di morte imminente.
    Il maiale ci mette a disagio perché è un nostro fratello gemello.
    Per questo nelle ultime righe della  Fattoria degli animali di
    Orwell ,una parabola che non risparmia né gli uomini né gli
    animali, si legge : " Le creature di fuori guardavano dal maiale
    all'uomo, dall'uomo al maiale e ancora dal maiale all'uomo, ma
    già era loro impossibile distinguere fra i due ". La stessa
    oscillazione si ritrova nel poeta tedesco Gottfried  Benn: " Il
    signore del creato, il maiale, l'essere umano ". Wiston Churchill,
    per parte sua, amava ripetere : " Mi piacciono i maiali. I cani ci
    trattano con ossequio. I gatti ci trattano con disprezzo. I maiali
    ci trattano da pari grado ".
    Già, ma in che senso i maiali ci trattano da pari grado ? Perché
    non si può certo dire che noi facciamo altrettanto: diamo loro la
    caccia o li alleviamo per cibarcene. La carne suona è tra tutte la
    più apprezzata: ogni anno, nel mondo ne vengono prodotti oltre
    centosedici milioni di tonnellate. Ma la carne di maiale che
    arriva sulle nostre tavole, sotto forma di scaloppine, pancetta o
    fette di salame non ha più nulla a che vedere con la forma dell'
    animale, a differenza del pesce o del pollame.E' come se - giorno
  dopo giorno-mangiassimo un pezzetto di maiale senza rendercene
   conto.  (…)



                         Thomas  Macho    da       Il maiale


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